REDAZIONE PONTEDERA

Le ’lettere dal manicomio’ diventano spettacolo

Musica e teatro danno voce ai pensieri degli internati. Rabbia, grida, suppliche e silenzi. in scena al festival inclusivo

VOLTERRA

Un festival inclusivo, con storie di straordinaria follia, in programma il 18 e 19 agosto all’ex ospedale psichiatrico e organizzato dalla onlus Inclusione, Graffio e Parola. Giovedì 18 dalle 18 alle 20 arriva ‘Ci chiamavan matti. Voci di muto amore’: la lettura-spettacolo nasce dalle letture di alcune lettere degli internati nel manicomio di Volterra effettuate durante le visite guidate all’ex manicomio e dallo spettacolo teatrale-musicale ‘Che Matti. Voci e suoni dai manicomi’, messo in scena insieme al gruppo musicale I Disertori. Gianni Calastri porta sul palco le voci negate delle tante persone, uomini e donne, rinchiuse nei manicomi di Volterra, Siena e Arezzo. Voci che si liberano dalle loro lettere, da quei muri freddi e incrostati di rabbia, grida, suppliche e silenzi; voci che meritano di essere ascoltate.

Lo spettacolo è impreziosito dalla scultura realizzata da Paolo e Alessandro Pineschi e dalle suggestive sonorizzazioni effettuate dal vivo da Andrea "Lupo" Lupi. Il 19 agosto, ancora dalle 18 alle 20, ecco ‘Versi Folli ovvero Follie di Versi: l’incredibile storia del dottor Alberto von Packjanowskij’. Pacchiani, medico, psichiatra, autodiagnosticatosi "matto", è stato per anni psichiatra dell’ex manicomio di Volterra, conosciuto per la sua eccentricità e grande cultura. Un poeta, viaggiatore e osservatore attento del mondo, attivissimo nella lotta politica, ha creato il suo straordinario personaggio incarnando il paradosso tra scienza e follia, cultura. Lo spettacolo “Il Medico matto“, di e con Remo Lenci e Rosita Ambrosio, si basa sul racconto della sua vita e la lettura, con spiegazione, delle sue poesie. Un viaggio immersivo nel suo meraviglioso mondo ‘Packianico’, dando voce e vita ai personaggi e agli eventi che le poesie raccontano.