La pandemia è finita andate in pace. "Messe più in presenza e meno in streaming"

La nota del vescovo di San Miniato, Giovanni Paccosi: "Ricordiamo le vittime e tutti gli operatori sanitari. E non dimentichiamo i tanti sacerdoti morti per colpa del Covid"

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San Miniato, 11 maggio 2023 – La pandemia è finita anche per le chiese dove, tra le prime misure – ricordiamo –, fu "sospesa" immediatamente la stretta di mano per il segno di pace e le acquasantiere rimasero subito vuote. "Ora tutte le attività ecclesiali possono tornare ad essere vissute nelle modalità consuete pre Covid". Il vescovo Giovanni Paccosi – spiega una nota diramata via social ai fedeli – raccomanda tuttavia "di mantenere soltanto l’igienizzazione della mani prima della distribuzione della comunione e l’uso della mascherina nella visita ai malati e fragili immunodepressi". 

Di conseguenza saranno ridotte al minimo le celebrazioni trasmesse in streaming che, invece, nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria permisero a tanti fedeli di seguire la preghiera da casa. Si torna a riempiere le chiese. La decisioni del vescovo di San Miniato arrivano in osservanza della indicazioni della presidenza Cei dopo che il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condividendo l’indicazione dell’apposito comitato tecnico, ha annunciato lo scorso 5 maggio che il Covid-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. "È stato un tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica – si legge nel testo della Cei divulgato dalla diocesi di San Miniato –. Esprimiamo sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid e per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi: amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine e di vigilanza, personale della scuola, lavoratori impegnati nelle attività primarie, operatori della comunicazione, imprenditori, operatori pastorali e quanti si sono prodigati per la sicurezza degli ambienti della Chiesa, e tanti semplici cittadini". 

"Vogliamo ricordare le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero – hanno rilevato i vescovi –. Come ha suggerito Papa Francesco con insistenza, anche per loro dobbiamo con responsabilità e determinazione affrontare le tante sfide, nella consapevolezza che siamo sulla stessa fragile barca". Così tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria. E’ il ritorno alla normalità. Con qualche accortezza in più rispetto al passato.