La droga comprata in Olanda Le “fermate“ nel comprensorio tra corrieri, prezzi e accordi

Al vertice dell’organizzazione secondo gli inquirenti c’erano due fratelli di Santa Croce. Ulteriori particolari dall’imponente indagine condotta dalle Dda di Bologna e Firenze.

La droga comprata in Olanda  Le “fermate“ nel comprensorio  tra corrieri, prezzi e accordi

La droga comprata in Olanda Le “fermate“ nel comprensorio tra corrieri, prezzi e accordi

Niente spaccio nei dintorni di casa, a Santa Croce, per non destare sospetti. E anche la droga veniva tenuta lontana dalle abitazioni. Ma a Fucecchio, si apprende, c’era una piazzola utilizzata come punto d’incontro tra corrieri. Scambio e accordi. Era parte della droga che arrivava dall’Olanda destinata alle piazze dello spaccio. In Toscana, anche quelle di Fucecchio, Montecatini, l’hinterland pisano e l’area pistoiese. Fuori regione, invece. prendeva le strade del sud: in particolare la provincia salernitana e avellinese. Sono ulterioi dettagli che emergono dall’inchiesta che, con indagini minuzione ed importanti, ha smantellato un’importante organizzazione che gestiva significative quantità di stupefacente.

Al vertice dell’organizzazione criminale – composta da italiani e albanesi – secondo gli inquirenti, c’erano fratelli albanesi, due di Santa Croce, conosciuti nell’ambiente con nomignoli "di battaglia". Secondo le indagini delle direzioni distrettuali antimafia di Bologna e Firenze, il sodalizio era in grado di procurare considerevoli quantitativi di cocaina, 10 chili per ogni viaggio in Olanda, facendone in media due o e tre al mese, utilizzando corrieri e macchine attrezzate con doppi fondi. Droga che poi commercializzavano, è emerso, con un ricarico tra i 3mila e i 10mila euro per chilo. Nelle settimane scorse, lo ricordiamo, la squadra mobile di Bologna ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 persone accusate di associazione finalizzata al traffico di droga. Sono 48 complessivamente gli indagati. Nell’intero periodo d’indagine, si ritiene che il sodalizio abbia introdotto in Italia un quantitativo prossimo ai 300 chili di cocaina. Con,appunto, grandi profitti.

Carlo Baroni