La città dei lettori Il Sacro minore di Arminio

Il festival diffuso arriva in provincia con un evento dedicato al poeta capace di catturare, nell’apparente banalità, la meraviglia dell’esistere

‘’Sacro era mio padre che non amava andarsene a dormire, gli era caro il sonno sul tavolino". E poi: "Sacri i negozi che vendevano le stoffe, gli ombrelli e la varechina. C’era un sole preciso | alle undici del mattino". Franco Arminio e il suo "Sacro minore" (Einaudi) saranno all’Auditorium San Martino di San Miniato domani alle 21 per un evento che riaccende il programma di San Miniato dei lettori, tappa in territorio pisano del festival diffuso La città dei lettori – a cura di Associazione Wimbledon APS con la direzione di Gabriele Ametrano – tenutasi in giugno con ospiti del calibro di Paolo Nori e Vera Gheno, che torna in autunno con un appuntamento conclusivo. Arminio costruisce con "Sacro minore" un originale breviario poetico con l’intento struggente di affermare il sacro unicamente con quel che c’è intorno a noi: un filo d’erba, una lumaca, una radiografia. Così dicendoci che non solo è possibile ripensare il sacro, ma anche imparare a pregare nuovamente. San Miniato dei lettori gode del patrocinio di Ministero della Cultura, del patrocinio e sostegno di Regione Toscana e Comune di San Miniato, in collaborazione con Associazione La Stazione (ingresso gratuito, info: www.lacittadeilettori.it). Sacra è la vita, insomma, nella sua dimensione biologica ineludibile, nel miracolo della sua persistenza, e nella minuzia degli sguardi, dei paesaggi, degli incontri quotidiani, che la riempiono, che la rendono viva, appunto. Arminio fotografa con i suoi versi, con la felicità compiuta della forma breve, qualcosa che tutti noi riconosciamo, un dettaglio che sprigiona un sentimento, il ricordo di un’atmosfera che ha a che fare con l’infanzia, o con un mondo perduto che trattiene comunque una traccia di sacro. Perché la forza di questo poeta è quella di catturare, nell’apparente banalità di ciò che abbiamo intorno, la meraviglia dell’esistere, la sua sotterranea poesia. Le parole di Arminio sono cura, sollievo, ristoro, come una coperta per chi ha freddo, un bicchiere d’acqua per chi ha sete. Franco Arminio è nato e vive da sempre a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato molti libri, tra cui ricordiamo: "Vento forte tra Lacedonia e Candela", "Cartoline dai morti", "Cedi la strada agli alberi", "La cura dello sguardo", "Studi sull’amore".