Keu, raffica di parti civili. Ma falsa partenza in tribunale per un difetto di notifica

Ieri primo passaggio (a vuoto) dell’udienza preliminare dell’inchiesta antimafia. Sono in 24 a rischiare il processo per il caso delle terre avvelenate. Si torna in aula a maggio.

Keu, raffica di parti civili. Ma falsa partenza in tribunale per un difetto di notifica

Keu, raffica di parti civili. Ma falsa partenza in tribunale per un difetto di notifica

Falsa partenza per lo scandalo keu davanti al gup di Firenze dove in 24, a vario titolo, rischiano di finire a processo. Un’udienza lampo, quella di ieri mattina, durata pochi minuti: il giudice,preso atto di un difetto di notifica, ha rinviato tutto al 10 maggio. Nessuna attività. Solo l’annuncio da parte di una quarantina di soggetti – fra Comuni (come Pontedera, Peccioli e Crespina Lorenzana), sindacati, proprietari di terreni, associazioni, comitati, anche il Consorzio di Bonifica Toscana Nord – di costituirsi parte civile nel processo penale. Il caso richiederà presumibilmente più udienze per per arrivare al pronunciamento del giudice sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura distrettuale antimafia per tutti gli imputati.

Lo scandalo. Era l’aprile del 2021 quando fu scoperchiato l’enorme vaso di Pandora chiamato Keu, l’indagine sulle terre avvelenate che sarebbero finite a tonnellate in provincia di Pisa e in mezza Toscana per riempimenti e sottofondi stradali nonostante non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque sotterranee significative concentrazioni di metalli pesanti (cromo ed altre sostanze).

Al centro, secondo gli inquirenti un sistema oliato da un’associazione a delinquere finalizzata alle attività organizzata di traffico di rifiuti consistenti in ceneri prodotte dal trattamento termico dei fanghi di depurazione nell’ex Ecoespanso (Keu) e inviati all’impianto Lerose ben sapendo che – secondo l’accusa – l’impiego che sarebbe stato fatto di tale rifiuto era incompatibile con il rispetto dei limiti e requisiti di legge. C’era la consapevolezza, dunque, secondo l’accusa, che tutto questo non era consentito . Ma sul tavolo c’erano anche ingenti risparmi che gli inquirenti hanno determinato vagliando la differenza dei costi che avrebbe sostenuto Aquarno se avesse inviato il rifiuto ad un corretto smaltimento. Un rosario di reati quelli che, avario titolo, vengono contestati nell’inchiesta: associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, corruzione in materia elettorale e di indebita erogazione di fondi pubblici danni della pubblica amministrazione, falso e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari.

A rischiare il processo ci sono prenditori di spicco. Pezzi di storia del distretto della pelle e delle politiche del conciario. Ma anche un sindaco e un consigliere regionale del Pd. In campo uno stuolo di penalisti di prim’ordine. Fra gli altri, gli avvocati Tullio Padovani, Stefano Del Corso, Antonio Cariello, Andrea Di Giuliomaria, Maria Teresa Schettini, Enrico Marzaduri e Anna Francini.

Carlo Baroni