Strappi, polemiche e divisioni laceranti: lo scandalo keu ha avvelenato anche la politica. La commissione d’inchiesta regionale sulle infiltrazioni mafiose in Toscana ha chiuso i battenti con due relazioni contrapposte. La prima è stata approvata con i voti della maggioranza Pd e Italia Viva e la seconda, invece, è stata presentata ieri dalle opposizioni. Per Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cinque Stelle restano ancora tanti i lati oscuri sugli scarti tossici provenienti dalle concerie e disseminati in mezza Toscana.
Il forte timore che emerge dalla relazione delle opposizioni è che ci possa essere altro inquinamento, oltre ai 13 siti già censiti: "Le indagini continuano e riteniamo che possano essercene anche altri", spiega Elena Meini, presidente della commissione regionale. Nella relazione le opposizioni insistono soprattutto sulla mancata collaborazione "in maniera trasparente e costruttiva" da parte del governo regionale. "La giunta toscana non ha collaborato – tuona Meini –. Siamo stati traditi da un punto di vista istituzionale. Ci hanno particolarmente colpito le parole di alcuni auditi, che hanno evidenziato come l’inchiesta keu rappresenti una novità assoluta in quanto, oltre che a un sistema imprenditoriale, vi sia il coinvolgimento dei vertici tecnici della Regione Toscana". Tra i punti ancora da chiarire anche il famoso emendamento pro concerie, finito sotto inchiesta dopo essere stato presentato dal consigliere Andrea Pieroni (Pd) e votato dal Consiglio regionale. "La stessa avvocatura della Regione – riprende Meini –, ha sottolineato che è stato un ‘chiaro intervento lobbistico’" e tuttavia "la giunta Rossi, che diceva di non sapere nulla di quell’emendamento, dopo l’impugnamento della legge da parte del governo ha comunque continuato a difendere quella norma" che "è stata eliminata solo dopo lo scoppio dello scandalo". Dubbi anche sull’accordo di programma perché "ancora oggi le opere non sono del tutto realizzate". Nel mirino delle opposizioni c’è poi il ruolo di Arpat: "Un ente che va rafforzato – sottolinea la capogruppo del M5S Irene Galletti –. E che invece nel corso degli anni ha visto diminuire sempre più il numero dei propri dipendenti, dei fondi a disposizione e delle strutture assegnate. Questa sottovalutazione dello stato di salute dell’Agenzia, che ha portato al crollo dei controlli ambientali negli ultimi 5 anni, è stato probabilmente uno degli errori più gravi compiuti dalla Regione nell’ultimo decennio". E poi la stoccata finale: "Purtroppo questa commissione ha in gran parte fallito i suoi obiettivi – conclude Galletti –. Il motivo? Un comportamento poco rispettoso del lavoro dei commissari da parte della giunta regionale".
Alessandro Pistolesi