
Il momento finale con Giovanni Impastato e Carla Cocilova che hanno servito il caffè
C’è anche chi, ieri, si è trovato a pranzo la vicesindaca di Pontedera Carla Cocilova e Giovanni Impastato, il fratello minore di Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978. A tanti altri hanno suonato il campanello volti, in alcuni casi, sconosciuti. Ma perché? "Per non perdere la bellezza di accogliere", dice don Armando Zappolini che anche quest’anno ha ripetuto l’iniziativa "Indovina chi viene a pranzo" organizzata dalla parrocchia di San Giovanni. Hanno partecipato circa 80 persone, fra chi ha scelto di ospitare e chi ha chiesto di essere ospitato.
Per essere una comunità con le porte aperte. Succede a Ponsacco, Gello, Treggiaia e Val di Cava. Agli ospitanti era stato solo anticipato il numero di persone che sarebbero arrivate, comprese le eventuali informazioni alimentari utili per cucinare a dovere per gli ospiti misteriosi: ad esempio, il numero di adulti e bambini, più eventuali intolleranze alimentari. Agli ospiti era stato comunicato in anticipo l’indirizzo della famiglia dove sarebbero stati accolti ma con la promessa di mantenere il segreto per non rovinare la sorpresa. Nel pomeriggio, tutti i partecipanti si sono ritrovati in parrocchia, dove Giovanni Impastato e la vicesindaca hanno servito il caffè. "Un’iniziativa in piedi da tempo – spiega don Zappolini, che ha anche l’incarico di direttore della Caritas Diocesana – con la quale continuiamo a dare linfa all’importanza di accogliere, di aprire le porte, di condividere. Poi in parrocchia, c’è stato un ulteriore momento di condivisione, raccontandosi turi insieme, a vicenda, com’è andata per una riflessione comune sul valore e sui significati di quello che abbiamo fatto e vissuto".
Si tratta di un appuntamento amato dai parrocchiani: ogni anno un numero crescente di famiglie aderiscono all’iniziativa, comprese giovani coppie con i figli. Tutti i partecipanti, poi,hanno potuto ascoltare le parole di Giovanni Impastato che il giorno precedente aveva ha incontrato gli studenti di Pontedera per dire loro come l’educazione sia strumento e cura per sconfiggere e superare la criminalità organizzata. Un viaggio nel messaggio di Peppino, per ricordare la sua figura, il suo impegno, la bellezza della sua voce libera in una terra di mafia. Ieri anche Giovanni Impastato ha voluto unirsi all’iniziativa di don Armado. Perché è con i valori che contano – come quello di accogliere e condividere – che una società crea i suoi anticorpi contro le mafie.
Carlo Baroni