CARLO BARONI
Cronaca

Il furto dell’acqua: "L’arresto fu legittimo"

L’arresto fu legittimamente eseguito. L’ha deciso la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso della Procura. Il tribunale di Pisa non...

Il tribunale di Pisa non aveva convalidato l’arresto disposto in data 13 novembre 2024 dai carabinieri della stazione di Pontedera

Il tribunale di Pisa non aveva convalidato l’arresto disposto in data 13 novembre 2024 dai carabinieri della stazione di Pontedera

L’arresto fu legittimamente eseguito. L’ha deciso la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso della Procura. Il tribunale di Pisa non aveva convalidato l’arresto disposto in data 13 novembre 2024 dai carabinieri della stazione di Pontedera nei confronti di un 60enne sottoposto ad indagini per essersi impossessato di quantità imprecisate di acqua, sottraendole all’acquedotto pubblico gestito dalla società Acque Spa mediante un allaccio abusivo alla rete idrica. Un allaccio realizzato – si legge – attraverso un tubo flessibile di metallo. L’accusa è furto aggravato dall’essere stato commesso con violenza sulle cose.

Il giudice respinse la richiesta di convalida dell’arresto ritenendolo non legittimamente eseguito, non essendo stato colto l’uomo nell’atto di realizzare l’allaccio abusivo alla rete idrica o, comunque – recita la sentenza – non potendosi "apprezzare le tracce della commissione del reato in tempi compatibili con l’arresto": dunque, in assenza di configurazione dello stato di flagranza o quasi flagranza del reato. La decisione del giudice è stata impugnata davanti agli ermellini dal pubblico ministero. La Cassazione ha accolto le argomentazioni della pubblica accusa.

"Anche il furto di acqua potabile, realizzato mediante un abusivo allaccio alla rete idrica pubblica, rientra tra i delitti a consumazione prolungata (o a condotta frazionata) – scrive la Cassazione –, in cui l’evento continua a prodursi nel tempo, sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di acqua che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva e spostano in avanti la cessazione della consumazione fino all’ultimo prelievo". Da qui "ne viene che il delitto deve considerarsi flagrante se all’atto dell’intervento della polizia giudiziaria - come, per l’appunto, avvenuto nel caso di specie - la captazione dell’acqua risulti essere ancora in atto"

C. B.