
Ci sono persone della nostra zona che si trovavano in Marocco la notte in cui la terra ha tremato causando morti e feriti. Nel Comprensorio del Cuoio la comunità marocchina – per anni la più popolosa – è ancora da numeri importanti e, molti di loro, specie in estate e prima della ripresa delle scuole, tornano per qualche settimana nel Paese, si ricongiungono a figli e parenti. Le maggiori concertazioni di cittadini di nazionalità marocchina sono tra Santa Croce e San Miniato, le zone dove iniziarono ad arrivare fin dagli anni ’70 per lavorare nel settore conciario. "Ho ricevuto diverse telefonate di persone del nostro territorio che sono state in difficoltà per rientrare, o per far rientrare in particolare minori che si trovavano temporaneamente in Marocco – dice il sindaco di San Miniato Simone Giglioli –. Come amministrazione abbiamo cercato di dare supporto, inviando tutte le informazioni ed i contatti necessari anche per muoversi una volta raggiunto l’aeroporto".
"Da una ricognizione che siamo riusciti a fare – spiega ancora il primo cittadino di San Miniato – non ci risultano persone che vivono qui e che si trovavano in Marocco, fra le vittime e fra i feriti per il sisma. Resta tuttavia il fatto che si è consumata una tragedia che ha colpito anche molti nostri connazionali e anche concittadini presenti nel paese nordafricano. A tutto il popolo marocchino e alla comunità marocchina presente a San Miniato va il nostro pensiero e il nostro abbraccio".
Il disastro ha ucciso almeno 2.497 persone - un numero destinato a salire, con almeno 2.420 feriti - e le Nazioni Unite hanno stimato che 300mila persone siano state colpite dal sisma. Sono queste ore drammatiche con i soccorritori che faticano a raggiungere le aree rurali vicine a dove è stato registrato l’epicentro del sisma: Quando cercano di creare nuovi accessi, si aprono voragini. L’attenzione del territorio sul Marocco, anche per fornire ulteriori supporti, si apprende, resta alta.
Carlo Baroni