
Il comparto del mobile a Milano "Esserci è sempre più oneroso Ma gli sforzi vengono ripagati"
di Luca Bongianni
"Partecipare a questa fiera è sempre più oneroso per le piccole e medie aziende di arredamento ma resta molto importante partecipare, esserci, se non per un ritorno in termini di fatturato ma come operazione di comunicazione e marketing". È iniziata ieri la Milano Design Week con il Salone del Mobile che, dopo i tre anni burrascosi caratterizzati dalla pandemia, è tornato alle sue date tradizionali di aprile. A confermare quelle che erano le buone aspettative delle aziende della Valdera, il ritorno di russi e cinesi in fiera è senz’altro un elemento che alimenta ottimismo.
"In questo primo giorno di Salone l’afflusso è stato molto buono, si è già vista la differenza con gli anni passati e si sono finalmente rivisti i grandi assenti delle ultime edizioni – continua Antonio Bibolini del gruppo Gimo di Perignano presente in fiera con le aziende Volpi Arreda de La Capannina e Barnini Oseo di Ponsacco, oltre che con la Dema al Fuorisalone –. Quest’anno il numero di espositori è diminuito, per volontà della stessa organizzazione. Noi avevamo proposto di presentarci come una mega villa al cui interno una decina di aziende del nostro gruppo esponevano ma ci è stato negato. Credo che occorra una svolta strategica da parte degli organizzatori altrimenti c’è il rischio che anche questa fiera, a cui è sempre molto importante partecipare, vada a perdere di rilevanza". Aziende che si sono presentate con tante novità di prodotto. "Dopo tre anni si torna ad una fiera "normale" con clienti da tutto il mondo, visto che molti Paesi lo scorso anno erano ancora chiusi a causa della pandemia – dice Andrea Caponi del gruppo Ciac di Ponsacco presente al Salone con CPRN –. Quest’anno presentiamo una nuova collezione molto lussuosa ed una collezione outdoor che strizza l’occhio anche al mondo della nautica. Comunque le impressioni dopo il primo giorno sono senz’altro positive". Ma ci sono anche diverse aziende della provincia che quest’anno hanno preferito non partecipare al Salone, come la Ghezzani Arredamenti di San Giovanni alla Vena o la Signorini & Coco di Perignano. "L’anno scorso ha pesato troppo l’assenza di russi, ucraini e cinesi – spiega Enrico Coco, presente comunque in questi giorni con un luogo d’incontro in San Babila –. Partecipare al Salone ha un costo non indifferente. Per il primo anno ci siamo ritrovati a dover rinunciare con la speranza, se le cose dovessero cambiare, di poter tornare ad esporre in fiera in futuro".