di Carlo Baroni
CHIANNI
I conferimenti non sono iniziati perché la ditta sta ultimando le operazioni dedicate ad allestire le opere necessarie all’avvio. Siamo a Chianni dove, per la messa in sicurezza definitiva, la Grillaia, temporaneamente chiusa dal 1998, tra qualche settimana tornerà in attività. Tra mille polemiche e proteste. Il caso è in piedi da due anni, perché il sito sarà "chiuso" conferendovi amianto. A marzo, ad un anno dall’ultimo controllo per la verifica del rispetto delle prescrizioni previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, il personale Arpat di Pisa ha effettuato un nuovo sopralluogo nella discarica, gestita dalla Nuova Servizi Ambiente Srl. "L’attività di controllo – si legge nel report – non ha evidenziato irregolarità e sono stati valutati gli approfondimenti tecnici effettuati dalla ditta riguardo al monitoraggio delle acque sotterranee che nel 2021 aveva registrato superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione".
Nel corso del sopralluogo sono state visionate le varie aree della discarica. Cos’è emerso? "Il controllo documentale relativo alla gestione dei rifiuti non ha evidenziato criticità. Sostanzialmente, la ditta spedisce all’esterno, come rifiuto, solo il proprio percolato". Una volta che saranno avviate le operazioni di coltivazione del nuovo corpo di discarica che accoglierà i rifiuti contenenti amianto, si otterranno "due tipi di percolato provenienti dal vecchio e dal nuovo corpo di discarica, rimanendo quindi distinti". Secondo quanto previsto dall’autorizzazione, la discarica "potrà accettare il rifiuto contenente amianto solo se confezionato, in modo tale da impedire la dispersione eolica della fibra libera; il carico sarà ispezionato per valutare l’integrità di ogni confezione, l’assenza di eventuale materiale disperso sul pianale interno del camion, l’adeguatezza degli imballaggi, la corretta disposizione del carico". Riguardo alle emissioni in atmosfera il controllo tecnico-amministrativo "non ha evidenziato irregolarità". Per la matrice suolo e sottosuolo, durante le attività di monitoraggio delle acque sotterranee, appunto, nel 2021 "furono rilevati – si legge – superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per la presenza di cloruro di vinile e benzene in due piezometri di monitoraggio". A seguito di tali evidenze Arpat aveva richiesto alla ditta approfondimenti tecnici che permettessero di spiegare i motivi di tali superamenti ed, eventualmente, provvedere a definire interventi per ripristinare le caratteristiche di qualità proprie della matrice indagata.
A tal proposito la ditta ha inviato una proposta di indagine condivisa da Arpat e sono stati effettuati nuovi campionamenti anche in contraddittorio. Arpat precisa che "non sussistono problemi di criticità relativamente alla diffusione della contaminazione in quanto le acque monitorate dai piezometri rappresentano acque di saturazione e non hanno mobilità sufficiente per allontanarsi dal sito". La messa in sicurezza della discarica – come da progetto, si legge – "comporterà, come conseguenza, una rilevante riduzione della produzione di percolato e di emissione di biogas".