Pontedera (Pisa), 11 ottobre 2024 – Aveva sempre una gran voglia di parlare di politica, entrava nelle discussioni con fragore con quella voce con un timbro tale da riempire la stanza, lasciando però, sempre, un segno d’impegno e di passione autentica, Giacomo Maccheroni, ex sindaco di Pontedera, poi consigliere e assessore regionale e infine parlamentare, che si è spento all’ospedale ‘Lotti’ – di cui fu, peraltro, presidente – dove era ricoverato da alcuni giorni. Maccheroni, classe 1936, ha fatto tutto partendo – come amava ripetere buttando un occhio sull’evoluzione della politica – dalla scuola nella quale è cresciuto, quella della sezione (nel suo caso del Psi), quale naturale prosecutore di una famiglia socialista sin dalla nascita del partito stesso. Aveva iniziato dal basso, insomma, facendosi le ossa, fino ad arrivare ai piani alti della politica nazione. Si faceva sempre così, nella Prima Repubblica, quella di Craxi, Andreotti, De Mita, Spadolini e altri ancora. Era arrivato a sedere al loro fianco. Passando dai dieci anni da sindaco della sua città, dentro i problemi e sempre fra la gente.
Un decennio cruciale, in un’Italia in bianco e nero: guidò Pontedera dentro il boom economico, fece i conti con i primi grandi cambiamenti sociali ed affrontò l’alluvione del ’66 che fu catastrofico per i danni, e difficile per il tempo che occorse per riparare la città e disegnare un piano regolatore capace di metterla al sicuro. Maccheroni divenne sindaco nel 1965 e restò in carica per due mandati, fino al 1975. A quegli anni avventurosi ed entusiasmanti aveva dedicato anche un libro, presentato tre anni fa: “Governare la città. Pontedera. Ricordi e riflessioni”, che racconta, oltre le vicende di quel periodo, una storia di coraggio, forza e determinazione facendo emergere anche le figure di quegli uomini che con lui governarono, amministrarono e decisero le sorti di Pontedera accompagnandola sulla soglia della modernità.
Poi fu eletto in consiglio regionale della Toscana ed entrò a far parte della giunta da assessore all’urbanistica, ruolo che ricoprì fino al 1983, quando assunse la carica di presidente del consiglio regionale. Durante il suo mandato, guidò anche una delegazione cinese in visita alla Piaggio. Rimase in carica fino al 1987, quando fu eletto in parlamento. Rimase alla Camera dei deputati per due legislature, fino al 1994. Il Psi si “stringe solidale al figlio Sandro, alla nuora ed al nipote”, si legge in una nota del segretario provinciale Carlo Sorrente e di quello cittadino Filippo Chelli. Il cordoglio del Consiglio regionale della Toscana è espresso dal presidente Antonio Mazzeo. “La sua capacità di mettersi a disposizione degli altri ha incarnato pienamente il senso del servizio pubblico, rendendolo un punto di riferimento per tutti noi”. La salma è esposta in Comune a partire dalle 10 di oggi. In Corso Matteotti 37 si terrà una breve cerimonia civile domani alle 15.