
Volterra, 15 settembre 2023 - Un pediatra, stavolta definitivo, per Volterra e per le zone limitrofe. Filippo Pistolesi, 41 anni di Capannoli, è il nuovo medico pediatra con incarico definitivo nell’ambito territoriale dell’Alta Valdicecina. Un curriculum vitae ricco di esperienze in Italia e all’estero, scandito da una specializzazione in chirurgia pediatrica al Meyer di Firenze e da un’esperienza biennale in Africa come medico, in Paesi come Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana. Il suo vissuto di medico chirurgo pediatra lo ha portato anche in Angola per 3 volte. Specializzazione in chirurgia pediatrica conseguita al Meyer di Firenze. Specializzazione in pediatria raggiunta all’ospedale di Cagliari. Poi, il ritorno nelle sue terre, la Toscana, ed ecco l’incarico definitivo al posto del dottor Luca Burchi, in pensione da qualche mese. A Volterra, quindi, arriva il nuovo pediatra con incarico definitivo. Una summa di idee per la pediatria nelle zona che già trasudano aria di rinnovamento e voglia di collaborazione.
Dottor Pistolesi, il testimone lasciato dai tanti anni di lavoro del dottor Burchi è importante, così come è fondamentale capire che adesso, a Volterra, arriva un pediatra con incarico definitivo.
"Sicuramente il dottor Burchi lascia un’eredità importante dal punto di vista medico. Il mio è un incarico definitivo e ho avuto esperienze maturate non solo al Meyer di Firenze ma anche all’estero, soprattutto in Africa ma anche con un cammino in un ospedale pediatrico a Parigi. E Volterra rappresenta una sfida, positiva".
In che senso?
"Preferisco lavorare in luoghi di ‘frontiera’, piuttosto che in un grande ospedale. Ho preso questa opportunità al volo".
Come intende approcciare la comunità?
"L’ambito è vasto ma la mia intenzione è quella di imbastire collaborazioni. Istituzionali, perché il pediatra è di tutti, da Volterra a Villamagna, e ogni paziente ha diritto all’assistenza, e voglio collaborare a 360 gradi".
Si spieghi.
"Parlare con le scuole e intrecciare corsi con ostetricia-ginecologia ma soprattutto ascoltare la voce dei genitori".
In che modo?
"Con un confronto diretto con la comunità. Parlando insieme di bisogni e affrontando insieme soluzioni possibili. Ripeto, l’ambito è vasto, ma la mia intenzione è instaurare collaborazioni, ascoltando le necessità che arrivano dal territorio. Confrontarsi significa trovare soluzioni possibili".