Un pontederese "stampa" in Spagna il primo ponte in 3D

L'opera realizzata con la strumentazione inventata dall'ingegner Enrico Dini è stata inaugurata nei giorni scorsi

Enrico Dini il giorno dell'inaugurazione

Enrico Dini il giorno dell'inaugurazione

Pontedera, 28 dicembre 2016 - Le nuove frontiere del 3d passano da Pontedera. L’inventore Enrico Dini, dopo aver contribuito a ricreare in 3d l’arco di Palmira distrutto dall’Isis, è anche il padre della prima opera pubblica stampata con il suo sistema rivoluzionario. Nei giorni scorsi nel parco Castilla-La Mancha ad Alcobendas, nella provincia di Madrid, è stato inaugurato il primo ponte in cemento stampato in 3d. L’opera - composta da otto pezzi separati che si incastrano - misura 12 metri di lunghezza e 1,75 metri di larghezza: la struttura rappresenta una pietra miliare nella ingegneria civile, un settore che fino ad ora è ancora riluttante a usare la produzione di additivi. Il sistema utilizzato ha evitato sprechi di materiale e, inoltre, la costruzione attraverso stampa 3D ha garantito anche il riutilizzo degli scarti generati durante la stampa. «Il risultato estetico finale stabilisce un’evidente connessione con la storia spagnola ricordando l’organicità di Gaudí - dice Enrico Dini - tale legame arricchisce il progetto. Oltre ovviamente le importanti caratteristiche tecniche: minimo peso e massima resistenza».

L’insegner Dini è un professionista di fama internaziona, negli Stati Uniti lo chiamano «l’uomo che stampa le case« e in altre luoghi del mondo è noto per essere l’uomo che stampa le barriere coralline. Le sue macchine D-shape, dalla sabbia possono creare oggetti reali. «Si può stampare qualsiasi cosa - dice Dini - Da modelli abitativi per un primo villaggio lunare, a nuovi habitat per i pesci: la fauna ittica ha un grande senso estetico e la stampa 3d permette ai pesci di incrementare la loro popolazione, perché dà alloggio in tane e caverne impossibili da trovare nei fondali, proteggendoli dai predatori».

Il futuro? Non ha limiti per l’inventore di Potedera che proprio in queste settimane sta lavorando ad un progetto ancora più ambizioso che si snoda tra tra Kuwait all’emiro Abu Dhabi: il progetto si chiama «The Leaf« e consiste nella realizzazione di un impianto pilota che permetta la bonifica permanente dei suoli aridi. Ma come? «Stampando in 3d una colonia di pini marittimi, il tronco dell’albero sarà fatto di calcestruzzo misto a sabbie locali, mentre le foglie saranno dei pannelli fotovoltaici flessibili che si aprono e chiudono come un fiore di Avatar. Un sistema d’irrigazione dal basso farà il resto». Lo scopo? «Non una bonifica a scopo agricolo, ma la creazione di un ambiente utilie alla vita delle persone». All’opera, ancora una volta, ci sarà la sua stampante D-Shape, declinata in varie dimensioni e tipologie. Quella che costruirà le prime case sulla Luna.