Emodialisi senza pace. L’apertura slitta ancora. Nuova scadenza: luglio

Rincaro dei materiali e contratti da ridefinire con la ditta che ha vinto l’appalto. Lassessore regionale Bezzini ieri ha incontrato e ringraziato il personale del Lotti.

Un’odissea senza fine, un percorso ad ostacoli che ha subito l’ennesima, brusca, frenata. Di gennaio scorso l’annuncio che i lavori per il nuovo reparto di Emodialisi nel presidio ospedaliero Felice Lotti si sarebbero conclusi entro la fine di febbraio, con inaugurazione ad aprile. Invece, purtroppo, l’ultimo miglio sta diventando sempre più faticoso. Il rincaro dei materiali da costruzione, una contrattazione in corso riguardante le penali da pagare relative ai ritardi accumulati hanno portato ad un nulla di fatto. Questi sono giorni decisivi per l’ennesima ridefinizione delle tempistiche. Se la contrattazione tra l’azienda Asl Toscana Nord Ovest, Estar e la ditta appaltatrice andrà positivamente in porto, ci vorranno altri 4 mesi per arrivare alla conclusione di questo dannato cantiere. Metà luglio potrebbe essere quindi il prossimo obiettivo per la chiusura dei lavori. Pazienti e medici sono in prima linea a chiedere che questa situazione che si protrae da anni venga risolta una volta per tutti. La soluzione, che doveva essere provvisoria, dei moduli prefabbricati all’interno dei quali vengono ospitati i dializzati deve essere superata quanto prima. Un capitolo questo che stride in un contesto invece positivo che riguarda il funzionamento di tutti i reparti dell’ospedale Lotti.

Proprio ieri l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini, ha incontrato i medici del Lotti, ascoltando le loro necessità. "Ho trovato un clima positivo che deriva dalla capacità di tutti gli operatori di fare squadra, di saper collaborare che non è usuale – l’apprezzamento di Bezzini –. Ora ci aspettiamo che il Governo faccia uno sforzo in più in termini di allocazione delle risorse, l’Italia deve agganciarsi alla media europea".

E sulla carenza di personale. "Stiamo mettendo in atto una serie di accorgimenti che ci dovrebbero permettere di coprire il turnover – dice Bezzini –. Inoltre, stiamo cercando di attivare percorsi di formazione e di reclutamento per le aree periferiche sperimentando percorsi dedicati per le realtà più lontane dai grandi centri urbani. Un’altra importante azione per coprire alcune zone carenti che dovrebbe portare buoni risultati è il nuovo accordo con la medicina generale che dovrebbe prevedere incentivi per incoraggiare la presenza dei medici di famiglia nelle aree più in difficoltà. E sottolineo che alla fine, se in Toscana non è stato usato l strumento dei ‘gettonisti’, è perché c’è stata un’organizzazione di rete che mettendo a sistema le risorse di tutte le strutture sanitarie ha consentito, con la circolarità dei professionisti, di far fronte alle carenze che di volta in volta si sono manifestate in Toscana".

Luca Bongianni