"Correranno solo tre barchini San Michele si è escluso da solo"

Associazione Palio e contrade di San Bartolomeo, San Martino e San Pietro chiariscono cosa è successo negli ultimi mesi

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Il 29 maggio in piazza Garibaldi correranno solo tre barchini (San Bartolomeo, San Martino e San Pietro) su quattro. Non ci sarà San Michele. L’Associazione Palio dei barchini, presieduta da Paolo Nuti, ieri sera ha convocato una conferenza stampa per precisare che è "San Michele ad essersi tirata fuori con una lettera inviata il 21 ottobre per posta elettronica certificata".

Nella lettera – resa pubblica da Nuti e dal resto del consiglio insieme ai presidenti delle altre tre contrade (Silvia Valori, Tiziano Salvadori e Kety Toni) – la contrada giallonera, presieduta da Luca Petri, "ritiene indispensabile una profonda e radicale revisione del regolamnento di gara". Regolamento approvato da tutte le contrade, e quindi anche da San Michele, il 28 luglio dello scorso anno. "E’ necessario un cambio di paradigma – ancora San Michele nella lettera – Le contrade, quali componenti imprescindibili e cuore pulsante della manifestazione, devono, tutte insieme, in un sano e corretto principio democratico, riscrivere le regole della manifestazione... Per questi motivi, in questo momento, la contrada non conferisce mandato all’Associazione palio per l’organizzazione del Palio 2022 e dei suoi eventi correlati".

"Questo è quello che è successo negli ultimi mesi – afferma Paolo Nuti – L’Assciazione Palio ha continuato a invitare la contrada di San Michele fino all’8 dicembre, giorno del giuramento in piazza. Lo stesso giorno abbiamo aspettato anche più del quarto d’ora canonico di ritardo per vedere se San Michele arrivava. Non sono venuti. Quindi, sono loro che si sono autoesclusi dal palio, non è stata l’Associazione a non coinvolgerli". In più sia l’Associazione che i presidenti delle tre contrade che continuano ad aderire tengono a sottolineare che "se in cinque ci riuniamo e alla fine la votazione vede quattro favorevoli e uno contrario, quest’ultimo accetta la decisione; così si fa in democrazia".

gabriele nuti