C’era una volta il treno dei desideri Collegamento Volterra-Cecina, si può Tratta da 400-800mila passeggeri

Summit ieri pomeriggio con associazioni, istituzioni, docenti universitari e il senatore Manfredi Potenti

C’era una volta il treno dei desideri  Collegamento Volterra-Cecina, si può   Tratta da 400-800mila passeggeri

C’era una volta il treno dei desideri Collegamento Volterra-Cecina, si può Tratta da 400-800mila passeggeri

di Ilenia Pistolesi

Un summit che ieri pomeriggio ha coinvolto associazioni, docenti universitari e istituzioni, vedi il senatore Manfredi Potenti, il presidente della Fondazione Crv Roberto Pepi, insieme a Sabato Gargiulo di Fondazione Fs per lanciare due importanti iniziative che saranno punto di approdo e partenza per il rilancio del trasporto su ferro in Valdicecina.

Due le date, intanto: il 14 ottobre con una giornata di studio promossa da Fondazione Crv e associazioni VolterraTreno, Sos Volterra, Proloco Saline) che sarà una chiamata per ‘il treno dei desideri’, rivolta a istituzioni a vari livelli, anche ministeriali.

Un momento che possa essere la fase in cui si palesano le compatibilità di idee sul futuro del treno e da cui far uscire, eventualmente, una sorta di ‘documento di intenti comuni’, di linee guida da affrontare e discutere.

Poi, le celebrazioni per i 160 dal primo fischio sulla tratta Pisa-Cecina-Volterra, il prossimo 20 ottobre. Dal summit escono visioni compatte sul futuro infrastrutturale della Valle, il cui rilancio può passare anche dal ripristino della via ferrata, la Volterra-Saline soppressa nel 1958 e la Saline-Cecina scomparsa dai radar durante la pandemia e da allora sostituita con il trasporto su gomma.

I numeri, impressi negli studi dei docenti universitari Stefano Maggi e Marco Antonelli parlano, dati alla mano, di un bacino potenziale di passeggeri dai 400 agli 800 mila all’anno in zona con il ritorno del treno.

"Perché, come precisa Antonelli - se il treno c’è viene usato. Ma se funziona male, come il treno soppresso sulla Saline-Cecina, è normale che i passeggeri non ne facciano uso".

Gli studi si basano su casi analoghi europei, dove le vecchie cremagliere, riportate a nuova vita, hanno aumentato i flussi turistici. Mentre i costi per ripristinare l’ex cremagliera da Volterra a Saline parlano di una stima che si aggira sui 10 milioni. Intanto c’è la precisazione corale che i lavori per la pulitura del sedime del vecchio tracciato in zona Saline sono iniziati su richiesta di Fondazione Fs verso Rfi. E i lavori proseguono. "Il treno turistico sulla Volterra-Saline non pregiudica l’utilizzo per un trasporto locale - ha detto il presidente di VolterraTreno Carlo Giustarini - è un’opportunità irripetibile per rompere l’isolamento e riconnettere Volterra al resto del mondo. Lo capirono i Lorena oltre 150 anni fa. La ferrovia ha tutte le chance per tornare funzionante dal 2025".

Insomma, tutti incrociano le dita, con la benedizione di Fondazione Fs e con esponenti politici regionali di diverse casacche che chiedono il ritorno del treno.

"Le opere di pulizia sono il segnale forte di un’attenzione verso il territorio - ha detto il senatore Potenti - stiamo parlando di un ripristino a fine turistico per poi ritornare a avere un collegamento fra la città e la costa". Tutti concordi.

Del resto la Toscana è una Regione che viaggia a due velocità: l’area metropoitana intorno a Firenze che veleggia, la parte a sud che boccheggia fra strade mulattiere e collegamenti su ferro dimenticati che, invece, possono e devono dare ossigeno al territorio e alla sua industria.