Capannone trasformato in discarica. Scoperti 640mila chili di rifiuti: nei guai quattro persone

Lo stoccaggio abusivo individuato dai carabinieri forestali. Ordinanza del sindaco per rimozione e ripristino

I rifiuti stoccati abusivamente nel capannone nella zona industriale di Fontanelle a Capanne di Montopoli sono stati scoperti durante un’operazione dei carabinieri forestali di Firenze e di Pontedera

I rifiuti stoccati abusivamente nel capannone nella zona industriale di Fontanelle a Capanne di Montopoli sono stati scoperti durante un’operazione dei carabinieri forestali di Firenze e di Pontedera

Montopoli Val d’Arno, 27 aprile 2024 – Un capannone di 400 metri quadrati era stato trasformato in un vero e proprio deposito di rifiuti. Dentro l’immobile, in via Meucci nella zona industriale di Fontanelle a Montopoli, erano stati stivati 640mila chili di scarti tessili e altri rifiuti (compresi materiali misti). Dopo l’intervento dei carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale del gruppo carabinieri forestali di Firenze, con il supporto del nucleo carabinieri forestali di Pontedera, il sindaco del Comune di Montopoli, Giovanni Capecchi, ha firmato l’ordinanza destinata ai proprietari dell’immobile e ai responsabili dello stoccaggio abusivo, ordinando loro "la bonifica e la rimozione dei rifiuti e per il ripristino dello stato dei luoghi".

Nel documento del sindaco di Montopoli si parla espressamente di "stoccaggio non autorizzato di rifiuti" e come questi "si presentino in colli pressati, occupando l’intera superficie coperta dell’immobile per circa 400 metriu quadrati per un totale di circa 640.000 chili, come stimato dai tecnici Arpat di Prato". I proprietari dell’immobile sono un 53enne nato a Pontedera e una 46enne nata a Maratea, entrambi residenti in zona. Mentre i responsabili dell’illecito, vale a dire coloro che hanno riempito il capannone di rifiuti senza alcuna autorizzazione, sono un cinquantunenne nato a Fucecchio e un quarantaseienne siciliano di Canicattì.

Visto che oltre a costituire violazione delle norme in tema di abbandono dei rifiuti, l’illecito "può comportare gravi ripercussioni di carattere igienico–sanitarie per l’area circostante e di inquinamento del suolo", si configurano tutti i "presupposti per la contingibilità e l’urgenza dovuta alla necessità di far effettuare gli interventi necessari all’eliminazione di tutte le condizioni di rischio collegate al corretto recupero e/o smaltimento dei rifiuti stessi e agli obblighi di bonifica ambientale e di ripristino delle aree contaminate". Oltre all’ordinanza di pulizia e al ripristino dei luoghi, i proprietari dell’immobile e i responsabili dell’illecito sono anche destinatari delle sanzioni previste dalle leggi vigenti. L’edificio è stato interdetto alla frequentazione delle persone fino alla completa sistemazione e pulizia.