La tragedia di Suviana. Enigma scatola nera. L’inchiesta entra nel vivo

Ecco le domande a cui devono rispondere i consulenti tecnici della Procura. Parla l’avvocato Gabriele Bordoni, legale dei familiari di Alessandro D’Andrea.

La tragedia di Suviana. Enigma scatola nera. L’inchiesta entra nel vivo

La tragedia di Suviana. Enigma scatola nera. L’inchiesta entra nel vivo

S’indaga a tutto campo su cosa è accaduto a quaranta metri di profondità alle 14 e 30 di quel maledetto martedì 9 aprile, quando anche il nostro territorio è stato colpiuto dalla tragedia. I consulenti nominati dalla Procura per individuare le cause della strage di Suviana "stanno iniziando con l’acquisizione dei documenti. Tutto quello che invece riguarda l’affinamento sul campo è qualcosa che dipende da quello che verrà ad emergere come tempistica di svuotamento della centrale, dall’altra parte di possibilità o meno di intervenire sulla scatola (il sistema Scada, ndr) in maniera adeguata, senza andare a compromettere nulla", ha detto, si apprende, l’avvocato Gabriele Bordoni, legale dei familiari di una delle vittime di Suviana, Alessandro D’Andrea, originario di Forcoli. Nei giorni scorsi, infatti, la Procura di Bologna ha affidato ai suoi consulenti tecnici i quesiti a cui dovranno rispondere per individuare le cause dell’esplosione della centrale idroelettrica.

Illustrare l’attività della centrale, spiegando il funzionamento dei "gruppi di generazione" 1 e 2. Descrivere i lavori di ammodernamento che sono stati svolti negli scorsi anni e se l’impianto era dotato di tutti gli apparati di sicurezza e protezione in caso di anomalie di funzionamento o guasti. Analizzare tutte le attività di "commissioning", ovvero i test e le prove per studiare il comportamento dell’impianto fino al carico massimo consentito. E analizzare, appunto, i due sistemi Scada, le "scatole nere", valutando se l’accertamento debba essere considerato irripetibile. Tutto questo per accertare la dinamica dei fatti e ricostruire le cause dell’incidente, al fine di individuare i responsabili. Sono questi i quesiti per i quattro consulenti tecnici del pm.

"I quesiti sono estremamente dilatati nel comprendere un pò tutti quelli che possono essere gli spunti di interesse per ricostruire l’accaduto". I consulenti ora hanno bisogno "di cominciare il loro lavoro che sarà ostacolato anche in maniera obiettiva - ha spiegato Bordoni - dalle condizioni del luogo che ancora non consentono l’accesso". Al momento il fascicolo è contro ignoti, ma nel caso si ritenessero necessari, in particolare per i due sistemi Scada, accertamenti irripetibili, arriverebbero le prime iscrizioni, anche a garanzia degli indagati. "Sugli atti irripetibili è stato un momento di confronto interessante, ma lealmente si è compreso che, qualora ne emergessero effettivamente di irripetibili, i lavori potrebbero essere anche opportunamente sospesi per poi consentire delle valutazioni alla Procura. Gli atti irripetibili probabilmente si concentrano solo su quelle scatole di cui si è detto. Queste potrebbero essere il primo elemento di criticità che probabilmente comporterebbe una serie di ulteriori affinamenti".

Carlo Baroni