L’operazione Calatruria è una costola dell’inchiesta Keu. C’è già stata una prima sentenza in abbreviato. Mentre per altri 10 imputati il processo si aprirà a Pisa con rito ordinario a dicembre, essendo avvenuto a Pontedera l’episodio ritenuto più grave. Libera Toscana ha gli occhi puntati sull’intera vicenda processuale. "Continueremo a seguire gli sviluppi sia del processo “Calatruria” che inizierà a Pisa nei prossimi mesi, sia del processo “Keu” nel quale Libera ha chiesto di costituirsi parte civile – spiega una nota – . Resta però un aspetto di fondo che anche questa prima sentenza di condanna, l’ulteriore rinvio a giudizio di 10 persone nel cado dell’indagine “Calatruria” e anche il processo Keu che ancora non è entrato nel vivo, stanno a dimostrare: come nel mondo imprenditoriale della nostra Toscana, ci siano atteggiamenti e comportamenti che pur di arrivare all’obiettivo di un personale arricchimento, si sia disposti a non rispettare le norme che regolamentano il mercato e a perseguire le strade dell’illegalità".
"Sia attraverso forme di intimidazione e minacce come risulta dal processo “Calatruria” (è l’ipotesi accusatoria), sia attraverso lo sversamento di sostanze velenose come il Keu (anche in questo caso secondo le indagini), materiale derivante dalla lavorazione delle pelli, nei sottofondi delle nostre strade e di altri edifici e luoghi, con il grande rischio di contaminare le falde acquifere – sottolinea la nota – . Ringraziamo ancora una volta le forze dell’ordine, la magistratura che ci aiutano a tenere gli occhi aperti e ad agire come cittadinanza attiva perchè anche in economia, come nella politica e in ogni aspetto della società prevalga l’etica dell’interesse e del bene pubblico visto come un bene superiore all’interesse privato".
C. B.