
Stefano Sani
Montopoli, 25 marzo 2020 - Agonia, Maria di legno, Beccacenere, Centoscope. Semplici soprannomi? No, sono solo alcuni dei seicento trovati a Montopoli grazie a una iniziativa che ha fatto riaffiorare i saperi e i sapori della tradizione locale. In un periodo dove il sociale è stato annebbiato forzatamente c’è chi, con tanto di fantasia tutta italica, si è organizzato tramite i social. Dopo le tombole livornesi dalle terrazze reali nel "Castello Insigne", ne hanno usate di virtuali per non perdersi d’animo e riscoprire persone e personaggi che hanno caratterizzato il borgo.
Un’idea venuta a Stefano Sani e Romeo Pertici. Un tam tam partito dalla pagina Facebook dedicata al paese che si è poi allargato anche con il passaparola. Lo scopo era semplice: ricordarsi i soprannomi storici associandoli correttamente ai concittadini di un tempo; pena la nullità della segnalazione. Un gioco che in pochi giorni ha scatenato una gara tra memorie più o meno fervide. "Tutto è nato durante la reclusione forzata – dichiara Romeo Pertici –. Insieme a Stefano Sani, Paolo Gottini, Sergio Rossi, Umberto Atzori, Alberto Sardelli e Piero Nazzi abbiamo deciso di chiedere il contributo di tutti per scovare i nominativi di abitanti montopolesi che avessero un conclamato soprannome. Un elenco composto sia da nomi storici di persone ormai scomparse sia di quelle ancora in vita".
Un risultato che è andato oltre le aspettative degli organizzatori. "Molta gente dalle mura domestiche ha collaborato fornendo materiale in quantità. Ne sono stati raccolti ben seicento". Un lavoro rivelatosi di forte valenza storica che non deve andare perduto. Forse a breve la collaborazione con qualche associazione culturale per farne una mostra o un testo associandovi arti e mestieri. "Abbiamo conteggiato personaggi che hanno attraversato, praticamente, quattro generazioni di montopolesi, partendo dalla fine del 1800 fino a oggi – ancora Pertici–. Il riscontro è stato, anche per noi organizzatori, sorprendente. Crediamo davvero di aver fatto trascorrere giornate meno pesanti ai concittadini. In molti hanno ritrovato nomi, ricordi, aneddoti e spesso sorrisi". Storie dedicate soprattutto alle nuove generazioni. Memorie che hanno unito e fatto abbracciare virtualmente. "Il soprannome è tipico dei piccoli paesi e in Toscana è una costante – conclude Pertici –. Una persona spesso veniva riconosciuta più per quello che per il vero nome. Una riprova sono alcuni manifesti funebri". E dopo i personaggi iniziano a ‘circolare’ le foto storiche. Forse una esposizione sarà veramente il miglior modo per festeggiare il "potersi rivedere". © RIPRODUZIONE RISERVATA