La comunità di Calcinaia ha vissuto ieri pomeriggio un momento di intensa emozione e solidarietà durante un incontro al Baraonda, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini uniti per celebrare una storia di speranza e riunione familiare. Protagonista dell’evento è stata Monica, una donna il cui percorso di vita è stato segnato da esperienze di dolore e resilienza, culminato nel ritrovamento della sorella biologica Donatella. Insieme, fanno parte di una famiglia composta da undici fratelli e sorelle biologiche di cui cinque ora hanno una famiglia, compresa lei e quattro sono in struttura mentre uno sfortunatamente non è più in vita. La storia di Monica è stata molto complessa dove ha vissuto esperienze di separazione che l’hanno spinta a cercare i suoi fratelli e sorelle.
L’incontro con il padre biologico, ha rappresentato un punto cruciale nel racconto, facendo riferimento alla somiglianza tra loro che era palpabile. Monica ha anche parlato di "come ho trovato Massimo e Stefania, un’altra delle sue sorelle biologiche, che è stata adottata". La ricerca di Monica è stata un viaggio lungo trent’anni che l’ha portata a visitare numerose istituzioni e a "scoprire storie di vita complesse, affrontando le difficoltà di trovare le sue sorelle" e dimostrando una determinazione incrollabile nel voler ricomporre il puzzle della sua vita. In questo lungo percorso, ha fatto i conti con omonimie e strutture che spesso non esistevano più, scoprendo "che il passato era complesso e pieno di sfide". Nel suo racconto ha anche parlato di come ha trovato successivamente tutti i suoi fratelli ma niente la portava nella direzione giusta per trovare Donatella. "Passano anni e durante un corso di aggiornamento online, in diretta con Casa Vincenzo e mentre siamo in collegamento con la dottoressa Rossella, ci racconta e ci illustra il piano del giorno ma nella lista che ci avevano dato io leggo il suo nome. Decido quindi di chiedere informazioni, scoprendo che Donatella era nella loro struttura".
L’incontro con Donatella è stato un segno venuto dal cielo e Monica ha raccontato le difficoltà affrontate nella sua ricerca, evidenziando l’importanza delle strutture come il gruppo OAMI e la Casa sorelle migliorati, dove ha descritto l’impegno del personale nel far fronte alle sfide poste dalla pandemia in un momento in cui l’impegno degli operatori è stato fondamentale durante il periodo di isolamento, trasformando la struttura in un luogo di amore e supporto non solo per gli ospiti ma anche per le loro famiglie, contribuendo a costruire un ambiente accogliente e rassicurante.