Picchiato sullo scuolabus, "aveva solo difeso una coetanea"

Parla il padre del ragazzino picchiato a sangue sullo scuolabus. Stasera in piazza della Repubblica sit-in contro bullismo e violenza

Sull’aggressione al tredicenne indagano i carabinieri

Sull’aggressione al tredicenne indagano i carabinieri

Ponsacco, 22 dicembre 2021 - "Nostro figlio sta meglio, ma non ancora bene. Deve rimanere in casa a riposo, non può frequentare la scuola ed è impaurito per quello che gli è successo". Parla il padre del ragazzino di 13 anni picchiato a sangue da alcuni coetanei sullo scuolabus di ritorno dalle scuole medie mercoledì della scorsa settimana. Un gravissimo episodio di bullismo. Aggressione di cui si è vantato su Facebook uno dei ragazzini, che vive con la famiglia nel Palazzo Rosa, con questo post: "Oggi abbiamo picchiato un bambino che rompeva le...". L’intervista al genitore è anonima perché non vogliamo che tramite il nostro giornale si possa risalire alla vittima dell’aggressione. 

Ripercorriamo i fatti. Cosa è successo mercoledì scorso? "Nostro figlio era sul pulmino e stava tornando a scuola. Lungo il tragitto è stato il suo sguardo si è incrociato con uno dei ragazzi che poi l’hanno aggredito. Mio figlio era seduto. All’improvviso si è visto due di loro alle spalle che l’hanno bloccato. Un altro ha iniziato a picchiarlo. Mio figlio è caduto a terra per i colpi alla pancia, allo stomado e al volto. Quando ha alzato la testa ha visto che ce ne erano anche altri che lo stavano strattonando. Poi qualcuno ha urlato ’basta’, sono arrivati alla fermata e sono scesi". 

In che senso ha incrociato lo sguardo con uno degli aggressori. C’erano stati episodi in precedenza? "Quattro o cinque giorni prima nostro figlio era intervenuto per difendere una coetanea, sempre sul pulmino, che gli stessi che hanno aggredito lui stavano molestando. Lì per lì il gruppetto ha smesso e sembrava tutto finito. Mercoledì scorso, evidentemente, c’hanno ripensato e hanno aggredito mio figlio". 

Quando è arrivato a casa il bambino ha subito raccontato tutto alla mamma? "Mia moglie era in casa quando il figlio stava rientrando e l’ha sentito piangere mentre stava salendo le scale. Quando è entrato, però, non piangeva, ma era gonfio in faccia. Mia moglie gli ha chiesto cosa avesse fatto, ma lui sul subito non voleva raccontare. Poi è crollato e le ha detto quello che gli avevano fatto. Abbiamo avvertito la scuola e il Comune e il giorno dopo , visto che il bimbo aveva forti dolori alla pancia, siamo andati in ospedale". 

Cosa gli è stato riscontrato dai medici? "La frattura della decima costola, un ingrossamento della milza ed ematomi al volto. Prognosi di ventuno giorni". 

Avete fatto denuncia subito? "I carabinieri sono venuti in ospedale insieme a una persona dei servizi sociali. Mio figlio ha raccontato cosa gli era stato fatto. La denuncia formale non l’abbiamo presentata, ma solo una dichiarazione ai carabinieri. Comunque, la denuncia è scattata in automatico con l’attivazione del codice rosa in ospedale". 

Parteciperete al sit-in di stasera in piazza della Repubblica? "Si. Ci saremo. Ma non per criticare il Comune o per dare la colpa a qualcuno di cosa è successo. La colpa è di chi ha aggredito nostro figlio. Ci saremo perché questa situazione a Ponsacco deve finire. I ragazzi vivono con il terrore che questi loro coetanei gli facciano del male. Ormai sono troppi questi fatti di violenza. Ringrazio di cuore tutti per il sostegno". 

Stasera, a sette giorni esatti dal gravissimo episodio, alle 21,20 in piazza della Repubblica a Ponsacco, ci sarà un sit-in organizzato da un cittadino, Samuele Ferretti, "perché Ponsacco non deve abbassare la testa di fronte a questi fatti e deve dire no al bullismo e far capire a queste persone violente che non possono e non devono fare quello che vogliono".