
di Michele Quirici
Pontedera è una città piena di sorprese dove la scoperta di aspetti inediti è sempre dietro il famoso angolo. Delle volte queste novità sono inaspettate, altre volte sono frutto di ricostruzioni e pezzi di un puzzle che piano piano si compone. Uno degli aspetti più particolari e suggestivi è il rapporto tra uno dei riconoscimenti più prestigiosi del mondo, il Nobel e la nostra città. Il premio è stato assegnato a partire dal 1901, e già nel 1886 Pontedera accolse un futuro premio Nobel della Letteratura, Giosuè Carducci, candidato alle elezioni, nel 1906. Nel 1902 quando si dovevano decidere le nuove candidature a quello “per la Pace”, ecco che si fece strada un pontederese, seppur d’adozione: Cesare Buonfanti.
La notizia è riportata da un giornale il 7 settembre 1902: “Il cav. Cesare Buonfanti di Pontedera, residente ora a Firenze, ha pubblicato un opuscolo per la questione del disarmo, dove sono esposte delle norme efficaci per la possibile attuazione di sì grande ideale. Con questo opuscolo l’autore, che è socio di varie accademie scientifiche ed elegante scrittore, ha concorso al premio lasciato dall’ing. Nobel, ed ha presentato inoltre l’opuscolo stesso alla commissione per la conferenza interparlamentare per l’arbitrato e la pace, che si terrà nel settembre prossimo a Vienna”. L’opuscolo edito nel 1900 dalla Bemporad di Firenze era intitolato “L’avvenire: Il grande autocrate delle Russie e la Civiltà moderna, o sivvero L’ingegnere Alfredo Bernardo Nobile e i secoli futuri”. Per quest’opera fu proposto dal membro del parlamento italiano A. G. Percetti al premio Nobel per la Pace. Quest’ultimo fu vinto dagli svizzeri Élie Ducommun e Charles Albert Gobat. Cesare Buonfanti non era nuovo alle pubblicazioni, infatti precedentemente aveva scritto: “Epigrafi in onore di Dante Alighieri per la solenne circostanza in cui sarà celebrato in Firenze il sesto centenario della nascita del divino poeta” (Firenze 1865), “Il 15 agosto”, dedicato a Napoleone (Pontedera 1868), “Epigrafi per le faustissime nozze di S. A. R. il principe ereditario con S. A. R. la principessa Margherita di Savoia” (Pontedera 1868), “Epigrafi a Giocchino Rossini” (Stamperia comunale, Pontedera 1871). Buonfanti inoltre intratteneva rapporti epistolari con Giosuè Carducci, Alessandro Manzoni e con i maggiori intelluttuali dell’epoca. Facendo un balzo di quasi sessanta anni, ecco che troviamo tra gli ospiti illustri Salvatore Quasimodo, che nell’anno del suo Nobel alla Letteratura, il 1959, arriva a Pontedera grazie a Dino Carlesi. Poi, nel 1992 arriva Josè Saramago, futuro Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Ad invitarlo Marco Abbondanza e Renzo Barsotti che sognavano di coinvolgerlo in un evento che ancora non c’era: il Festival Sete Sòis Sete Luas. In quell’occasione tenne una conferenza agli studenti del Fermi. 12 anni dopo lo scrittore portoghese riceverà la cittadinanza onoraria e parteciperà al Simposio di Sete Sois Sete Luas, “La libertà delle idee” al Museo Piaggio. Nel 200 arriva e vi si stabilisce per un periodo, nell’ambito di un progetto internazionale, la scrittrice bielorussa Svjatlana Aleksievič, Nobel per la Letteratura nel 2015, che ebbe per Pontedera belle parole: “Questà città è il luogo ideale per scrivere”. Dario Fo, vincitore del Nobel per la Letteratura nel 1997, è in città nel 2006 dopo aver già intessuto con il festival Sete Sois Sete Luas un rapporto forte, diventandone presidente onorario affiancando Saramago. A chiudere la prestigiosissima carrellata nel 2017 è il tunisino Mohamed Fadhel Mahfoudh, presidente onorario del Festival e Nobel per la Pace 2015.