
Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista, già sfidante di Giani alle Regionali
Firenze, 17 dicembre 2021 - Susanna Ceccardi, già sfidante di Eugenio Giani alle elezioni toscane 2020, eurodeputata leghista, sempre radicata in Toscana e pendolare con Bruxelles.
Come vede la nostra regione dopo un anno dal voto?
"Parlando ovviamente solo di come è amministrata, la vedo purtroppo uguale a prima: immobile. Al nostro straordinario tessuto produttivo, al nostro sterminato patrimonio culturale, alla nostra agricoltura, ai nostri paesaggi, non corrisponde un livello amministrativo regionale adeguato. Basti pensare al tema delle infrastrutture. Anni e anni a parlare di ferrovie, di aeroporti, di strade, ed è tutto fermo. Tra l'altro, sto seguendo con apprensione, a Bruxelles, la vicenda della Tirrenica, su cui rischiamo una salata sanzione da parte della Ue per la proroga della concessione".
Rimpianti? Sempre convinta di aver fatto la scelta migliore? Ora poteva essere a battagliare dai banchi dell'opposizione in consiglio regionale. E a contestare il disavanzo in sanità da mezzo miliardo...
"L'opposizione in Consiglio regionale direi proprio che non manca, e si fa sentire. Casomai è il presidente Giani che non ascolta nessuno, nemmeno i richiami alla ragionevolezza all'interno del suo stesso partito. Forse non ha ancora capito che questa Regione la deve amministrare davvero, non solo tagliare sempre più nastri grazie alla delega alla cultura, che si è tenuto per sé. Non si può dire sempre che va tutto bene, e dalla mattina alla sera scoprire che si riducono i fondi per la disabilità, per il turismo, addirittura per il diritto allo studio. L'atteggiamento di fronte alle cose che non vanno è sempre lo stesso: tirare dritto e fare finta di nulla, come alle domande dei giornalisti per l'inchiesta sul keu. Quanto a me, certo che al Pd sarebbe piaciuto se mi fossi dimessa: qui sarei stata una dei 14 consiglieri regionali, a Strasburgo sono l'unica europarlamentare di centrodestra eletta in Toscana! Senza di me a Bruxelles ci sarebbero soltanto i parlamentari del Pd a rappresentare i toscani".
Europa dei cittadini. Il sentimento nelle nuove generazioni cresce. Dobbiamo sperare in loro?
"Faccio parte della conferenza del futuro dell’Europa, dove ho portato un gruppo di giovani toscani, per portare suggerimenti, proposte, idee. I giovani, in varie forme e sedi, chiedono soprattutto una cosa: che sia più facile passare dallo studio al mondo del lavoro. Dobbiamo riporre speranza in loro, ma è anche vero che l'Italia è uno dei Paesi europei con la più bassa natalità. Servono facilitazioni per le famiglie. A proposito: che fine hanno fatto gli asili nido sotto i 40 mila euro di Isee promessi da Giani?".
Anche attraverso il Pnrr gli italiani capiscono l'importanza dell'Europa. Risorse a disposizione ma anche regole da rispettare. Siamo davvero di fronte a un'occasione storica?
"Sicuramente dobbiamo ammettere che l'approccio frugale degli anni passati, con la famigerata austerity, è stato messo da parte. In totale gli investimenti previsti dal PNRR e dal Fondo complementare sono pari a 222 miliardi di euro. Ma vanno saputi spendere, investendo in progetti utili per i territori, che siano in linea con i i sei pilastri del Next Generation EU e in tempi rapidi, molto più brevi della media a cui siamo abituati in Italia. Un peccato non siano stati coinvolti maggiormente gli enti locali, e in particolare i sindaci. E non dimentichiamo il contesto macroeconomico, che ci parla di un aumento spaventoso dei costi delle materie prime e dell'aumento dell'inflazione".
Problema immigrazione. Quando una efficace politica europea unitaria senza pericolo di muri e fili spinati?
"Un tempo i romani costruivano il Vallo di Adriano per proteggersi dalle invasioni. Noi dobbiamo proteggere i confini dell'Europa dall'immigrazione incontrollata. Metà, e sottolineo, metà dei Paesi dell'Unione europea stanno costruendo muri o barriere a tale scopo. E in Europa ci sono già circa 1100 km di muri che ci proteggono dell'immigrazione clandestina di massa, tema sul quale siamo alle solite: promesse, promesse, e tutto è come prima, con l'Italia lasciata sola. Al fallimento degli accordi di Malta, si aggiungono le politiche del ministro Lamorgese, per colpa della quale gli sbarchi sono aumentati di otto volte rispetto alla gestione di Matteo Salvini".
Politica estera unitaria anche per fronteggiare Russia, Cina e Usa. Ad esempio: stiamo soffrendo il monopolio di gas e di conseguenza il caro energia che mette in ginocchio le imprese.
"A inizio novembre ho partecipato ad una missione da parlamentare europea, con la Commissione Affari Esteri, a New York. Ho percepito nettamente, in America e alle Nazioni Unite, il desiderio crescente di recuperare la credibilità dell’Occidente e di rinsaldare l’alleanza atlantica. Però l'Europa deve rivedere alcune strategie folli, che possono mettere in ginocchio famiglie e imprese. Benissimo ammodernare il patrimonio immobiliare. Ma come si può pensare che già nel 2030 gli immobili con classe energetica F o G potrebbero non essere più idonei alla vendita né all'affitto? E' una proposta senza senso che non valuta la situazione di fatto delle nostre città. Ma pensate al centro storico di Firenze! Il 90% degli immobili sono in classe G. Non poterli più vendere o affittare significherebbe bloccare completamente l'economia turistica".
Made in Italy, lei si sta battendo molto per la difesa. Lotta comunque difficile.
"Se c'è un terreno che più di ogni altro, a livello comunitario, rischia di colpire duramente la nostra economia è proprio quando si parla di Made in Italy, soprattutto nell'agroalimentare. Sulla testa dei nostri produttori di olio, vino, formaggio, carni, pendono una serie di proposte deliranti. C'è il Nutriscore, l'etichettatura a semaforo secondo la quale le patatine fritte fanno meglio del nostro olio extravergine di oliva, c'è l'autorizzazione alle cavallette per consumo alimentare, c'è la proposta di trattare il vino alla stregua delle sigarette, col divieto di pubblicità e le etichette di avvertenza sanitaria. Anche contro queste follie, io, la Lega e il gruppo di Identità e Democrazia, diamo battaglia senza sosta, a fianco delle maggiori associazioni di categoria".
Draghi simbolo europeo. E Berlusconi presidente della Repubblica come sarebbe visto?
"L'autorevolezza internazionale riacquistata dall'Italia grazie a Draghi è fuori a discussione. Quanto a Berlusconi, sono felice che dopo anni di totale demonizzazione, oggi la sua figura sia finalmente riabilitata, anche a sinistra. Venisse eletto al Quirinale, sarebbe un grande salto in avanti anche nel processo di pacificazione e di rispetto dell'avversario che è alla base della democrazia".