Luigi Caroppo
Politica

Il caso mascherine scalda il Consiglio regionale

A rispondere alle interrogazioni la vicepresidente della Regione Monica Barni e non Vittorio Bugli, l'assessore in un primo momento indicato, Assenti il presidente Rossi e l'assessore alla Sanità Saccardi

Monica Barni vicepresidente Regione Toscana

Firenze, 18 giugno 2020 -  Il dibattito in aula non ha sgomberato i dubbi sul caso mascherine in seguito all'inchiesta della procura pratese che indaga per frode ed ha portato all'arresto di 14 persone mettendo nel mirino un'azienda cinese fornitrice di Estar, l'ente di supporto amministrativo della Regione Toscana e centrale acquisti per la sanità regionale. Seduta calda quella di ieri in Consiglio regionale. A rispondere alle interrogazioni la vicepresidente della Regione Monica Barni e non Vittorio Bugli, l'assessore in un primo momento indicato, Assenti il presidente Rossi e l'assessore alla Sanità Saccardi, richiesti a gran voce dalle opposizioni. Non si è andati oltre al copione classico: giunta sulla difensiva, opposizione all'attacco.

E gli interrogativi sono rimasti tali, tipo quello su come sono state reclutate le aziende che hanno prodotto mascherine nel periodo dell'emergenza coronavirus e perché alcune decine sono state escluse. Nella ricostruzione fatta da Barni,in Toscana all'inizio del periodo di emergenza sanitaria (a partire dall'ultima settimana di febbraio), Estar e le Aziende sanitarie “hanno dovuto affrontare l'assoluta mancanza di dispositivi medici e di protezione da destinare agli operatori a causa delle mancate consegne da parte dei fornitori abituali. Estar ha quindi attivato forniture locali di mascherine a tre strati bianche denominate Toscana 1 che nulla hanno a che vedere con quelle citate negli articoli di stampa. Il loro potere di filtraggio è stato infatti testato dall'Università di chimica di Firenze”. Attraverso Estar. ha sottolineato Marco Stella, vicepresidente del consiglio regionale ed esponente di Forza Italia "la Regione Toscana ha investito oltre 3 milioni di soldi pubblici per mascherine inutili a livello di protezione individuale e prodotte da un gruppo irregolare. L'emergenza non giustifica che si siano stipulati contratti milionari con il distretto parallelo del tessile cinese, quello stesso che le istituzioni hanno il dovere di contrastare. Per di più questa vicenda fa il paio con quella relativa ai 7 milioni di euro spesi sempre da Estar per 250 ventilatori polmonari mai arrivati. Tutto a spese dei cittadini toscani. Vorremmo sapere dal presidente Rossi chi ha scelto le aziende produttrici, come è stato assegnato l'appalto, quante mascherine sono state ordinate alle aziende oggetto dell'indagine e quante ne hanno effettivamente prodotte. Ma anche a che prezzo sono state acquistate e dove sono state distribuite. Sono tutti interrogativi che necessitano di risposte urgenti. I toscani vogliono sapere come sono stati spesi i loro soldi, e perché sono finiti ad aziende cinesi con lavoratori in nero, che hanno realizzato dispositivi non a norma". Toni forti anche dalla Lega: "La Regione, Rossi e Estar non possono continuare a trincerarsi dietro all'emergenza – hanno detto Elisa Montemagni, capogruppo del Carroccio e Jacopo Alberti, portavoce dell'opposizione - perché ‘affidamento in somma urgenza’ non vuol dire ‘affidamento senza controllo’.

E in queste settimane è emerso chiaramente che il controllo non c'è stato”. In campo anche Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d'Italia: "Estar ha affidato i lavori a cinque aziende, ma non si sa con quale metodologia e quando ho chiesto gli atti, ho solo avuto informazioni verbali ma non ho ricevuto i documenti. Agire in deroga non vuol dire non rispettare le regole di economicità, correttezza, garanzia della concorrenza e trasparenza. Sono ricorso alla Corte dei Conti per avere atti e mi rivolgerò anche alla Procura". Da Andrea Quartini (Movimento 5 stelle) è arrivata la richiesta di “autosospensione di Estar almeno fino al termine dell'inchiesta”. “Sono certo che la centrale acquisti abbia agito in un contesto di grande difficoltà, ma è venuta meno alle più elementari norme di verifica e controllo. La superficialità è chiara. Ieri si parlava di ventilatori, oggi di mascherine. Non si tratta di muovere accuse per ragioni di propaganda ma di arrivare alla verità” chiarisce. Il soccorso rosso alla giunta non è mancato: “È stata fatta una scelta in quel momento necessaria. Rossi si è assunto una responsabilità. Alle opposizioni, e a chi estremizza tutto, chiedo cosa avrebbero fatto in quel momento estremamente difficile”, ha detto Paolo Bambagioni (Pd). “Rivendico la scelta della Regione di fornire mascherine ma non si può pensare che siano tutte frutto di laboratori invasi da topi”. “Se davvero c'è stato un tentativo di truffa in cui il danneggiato prevalente è la Protezione civile nazionale, siamo di fronte a feccia che va combattuta in modo esemplare. In emergenza si agisce e si sistema perché non c'è il tempo di fare le cose in maniera ordinaria”, ha sottolineato Leonardo Marras capogruppo Pd.

L'operazione mascherine, a detta del capogruppo, “è un servizio pubblico accessibile a tutti”. “Un mese fa si inseriva in un contesto nel quale a famiglia era prevedibile una spesa di 200 euro al mese. Ha significato garantire una gestione di ripresa ordinata. Ad oggi sono state consegnate quasi 64 milioni di mascherine, non c'è altra comunità in Italia che abbia avuto questa capacità” . E dalle opposizioni di sinistra Paolo Sarti consigliere di Sì Toscana a sinistra ha puntualizzato: "È bene che la Regione si dichiari parte civile, ma Estar, dopo anche la vicenda dei ventilatori polmonari, va riformata necessariamente e il Consiglio regionale deve essere aggiornato sull'indagine". “