LUIGI CAROPPO
Politica

Centrodestra d’accordo per forza. Fratelli d’Italia, primato delle scelte

Oggi primo vertice tra i coordinatori della coalizione: «Puntiamo a riconferme e ai nomi più autorevoli»

Elezioni

Firenze, 23 luglio 2022 - «Anche se volessimo litigare non ci sarebbe tempo per farlo». Sorride Fabrizio Rossi, vicesindaco di Grosseto e coordinatore toscano di Fratelli d’Italia. Il centrodestra toscano non vuol perdere tempo e deve, per forza o per amore (politico), stare insieme. Tanto che anche all’interno dei partiti si devono mettere da parte litigi e controversie.

«Abbiamo ricaricato le batterie, Matteo ci ha dato la carica. Dobbiamo dimenticare tra di noi leghisti le antipatie che possono esserci per remare tutti dalla stessa parte» sottolinea Mario Lolini, senatore del Carroccio, commissario toscano della Lega. Voleva dare un’occhiata alla produzione del suo riso sulla costa grossetana dove ha l’azienda di famiglia, ma il tempo è poco e la campagna elettorale è già in corso. Agenda fitta fitta anche per Massimo Mallegni, coordinatore di Forza Italia: anche per lui più politica che impresa in questa estate che sarà da ricordare: «Stiamo insieme e non con il bostik» ridacchia dalla Versilia. «Ricordiamo che con i tre maggiori partiti ci saranno anche Udc e Noi con l’Italia di Lupi, siamo una bella squadra». Aspettando Toti: «E’ auspicabile che sia nella coalizione».

Oggi primo confronto a tre: Rossi-Lolini-Mallegni. C’è da amalgamare e partire. Senza se e senza ma. Le regole sono già state messe nero su bianco. Le carte le dà Fratelli d’Italia. Tutti d’accordo. «Non siamo certo a quote da 33 per cento l’uno - puntualizza Lolini - ma nemmeno FdI deve avere l’80 %...».

La Lega avrà un occhio di riguardo e ascolterà i territori per nuove proposte di candidature, poi tutto sarà in mano a Matteo Salvini specialmente sull’uninominale. Un nome nuovo, che nuovo non è, è in prima fila: Andrea Barabotti, da 17 anni nella Lega, dirigente stimato, compagno di Susanna Ceccardi, decisa a rimanere a Bruxelles. Forza Italia guarda ai suoi parlamentari uscenti in primis e ai dirigenti radicati mentre Fratelli d’Italia si affida al suo serbatoio di dirigenti e di onorevoli uscenti che hanno «ben lavorato» con attenzione ad alcune new entry.