ERIKA PONTINI
Politica

Elezioni, Donzelli e la Toscana: “Tomasi è già in campagna. Alloggi, prima gli italiani”

Il responsabile organizzazione FdI: presto formalizzeremo la candidatura: “La Pergola? Faremo arrivare i fondi, nonostante i danni della sinistra”

Elezioni, Donzelli e la Toscana: “Tomasi è già in campagna. Alloggi, prima gli italiani”

Firenze, 3 agosto 2025 – Giovanni Donzelli, deputato e responsabile dell’organizzazione di Fdi: è agosto, lei dov’è?

“In giro per l’Italia a presentare la campagna estiva di Fdi sul decreto sicurezza e legalità. È il nostro agosto militante”.

In ferie non ci va?

“Qualche giorno in famiglia”.

Il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli
Il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli

Regionali in Toscana. Non c’è l’investitura ufficiale, ma Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, è il candidato di centrodestra? Riserve degli alleati?

“Alessandro Tomasi è già in campagna elettorale, ha ascoltato i territori, il tessuto sociale, le categorie. Con gli alleati stiamo lavorando al programma”.

Tipo?

“Meno burocrazia, più infrastrutture e più fiato a chi crea lavoro. E poi la difesa dei toscani. Secondo noi serve un tetto massimo agli immigrati nelle case popolari. Basta ghetti altrimenti arriviamo alle banlieue”.

Tomasi in corsa, quindi.

“Arriverà il momento della formalità, piuttosto a sinistra mi sembrano in alto mare”.

Giani bis, è quasi fatta...

“Su Giani non hanno ancora scelto ed è incredibile: hanno governato cinque anni e non sanno se va bene. È fuori tempo: nell’era dell’intelligenza artificiale deve ancora scoprire il fax. La Toscana ha bisogno di qualcuno che la faccia correre”.

Si riferisce al luglio di cortocircuito nel centrosinistra?

“È la mancanza di un popolo e di un programma comune. Le alleanze non si fanno con lo scotch, se il collante è solo il potere succede questo. Non hanno le stesse idee sull’aeroporto, sulle infrastrutture, sullo sviluppo. Stare insieme a forza contro la Meloni è una gestione del potere finalizzata al potere. E poi a sinistra hanno problemi di trasparenza con inchieste giudiziarie e vicende poco chiare”.

Il caso Prato.

“Non solo. Sennò sembra ci sia la Bugetti che spunta dal nulla e fa una marachella. Nel frattempo c’è stato un caso Keu, con responsabilità politiche da accertare e dubbi di trasparenza sui finanziamenti della campagna elettorale di Firenze. A Prato la questione non è la gestione di pochi mesi di Bugetti in Comune, ma quando era consigliere regionale in maggioranza”.

A Prato avete il candidato?

“Ci confronteremo con gli alleati”.

Che effetto le ha fatto leggere le intercettazioni con il vostro candidato di allora, Gianni Cenni, contiguo alla massoneria?

“Nessuno, non dovrebbero esserci questi riferimenti né nelle intercettazioni, né sui giornali. Cenni non ha mai avuto un’inchiesta e si è sempre comportato bene. Comunque se mi capita glielo chiederò. Il problema di Prato non è l’appartenenza a un’associazione, ma se a sinistra facevano interesse pubblico o di altri”.

Sulla massoneria lei è stato netto.

“A Siena, un candidato sindaco che aveva dato priorità alla sua appartenenza alla massoneria, lo abbiamo sostituito in 24 ore”.

Possibile che in Italia comandate e in Toscana non riuscite a contare?

“Veramente su dieci capoluoghi ne governiamo sette. Alle Regionali vedremo, ne riparliamo dopo, ma c’è un fatto: dove abbiamo governato abbiamo rivinto”.

Vi preoccupa questo campo largo che pur traballante potrebbe avere i numeri per vincere?

“Se dovessimo fare matematica invece che politica faremmo anche noi un campo largo invece che la rivoluzione che stiamo facendo”.

Con un’alleanza spostata a sinistra, recupererete voti al centro?

“Non credo tanto ai luoghi geografici della politica, ma alle nostre idee che sono lineari: nella coalizione diremo tutti la stessa cosa e questo porterà il cittadino non ideologizzato a scegliere chi dice cose concrete”.

Pergola bocciata. Il governo accusato di ritorsione politica contro la rossa Firenze...

“La commissione è tecnica, se a sinistra avessero meno arroganza e maggiore consapevolezza che bisogna confrontarsi con le norme e pensare al bene della città, avrebbero salvato la Pergola. Ci sono scelte folli come quella di unirla con il circolino di Rifredi, una zavorra dettata dalla politica, che diventa difficile raccontare che è un teatro nazionale”.

Colpa di Massini o della sindaca?

“Non spetta a me giudicare un artista di livello, anche se ha idee diverse dalle mie, mi sembra evidente che l’amministrazione ha utilizzato la Pergola come un proiettile nella guerra ideologica contro il governo. Si è indebolita Firenze, non il governo”.

Resta il tema finanziamenti.

“Faremo arrivare i contributi alla Pergola, nonostante una gestione inadeguata e cialtrona, per ridurre ai minimi il danno. Abbiamo già dimostrato l’amore per Firenze facendo arrivare i 55 milioni per le periferie, quello che serviva per Firenze. Sullo stadio a questo punto non hanno alibi: devono dire alla città cosa vogliono fare. E noi vigileremo”.

Problema di sicurezza a Firenze. L’ordine pubblico spetta al governo. Vi sentite in difetto?

“L’ordine pubblico e le condizioni di insicurezza dipendono da molti fattori, come l’immigrazione clandestina. A Firenze e provincia sono arrivati più agenti di quanti ne chiedevano”.

Cpr in stand by o abortito?

“Ci sarà, è necessario. Se ci sono clandestini che commettono reati, finché non vengono rimpatriati, li rinchiudiamo”.