
Beatrice Covassi (Pd)
Firenze, 5 giugno 2024 – Transizione verde e digitale, per un’Europa più vicina ai cittadini. Questo il fulcro dell’impegno di Beatrice Covassi, europarlamentare in carica del Pd, fiorentina, classe 1968. Laureata alla Cesare Alfieri, da tempo impegnata in ambito diplomatico e presso la Commissione europea, si è candidata alle europee già nel 2019, ottenendo 23.613 preferenze. Quinta dei non eletti è stata poi nominata a dicembre 2022, perché la lista del Pd ha continuato a scorrere per varie vicissitudini. Ora è candidata per i Dem nella circoscrizione centro.
Su quali temi intende lavorare se sarà riconfermata?
"Nei miei 18 mesi da europarlamentare mi sono concentrata sulla transizione verde e digitale e vorrei continuare a farlo, sono sfide centrali. Ho lavorato anche per avvicinare l’Europa all’Italia, ai territori e ai cittadini, soprattutto giovani, coinvolgendo le consulte, il Parlamento degli studenti, ma anche tanti amministratori locali. Intendo promuovere un programma di "shadowing", termine che indica la possibilità di seguire una persona per vederne l’attività: vorrei dedicarlo ai giovani, con programmi di una settimana. Un’altra sfida è quella dell’Unione della salute. Col Covid l’Europa ha assunto per la prima volta competenze in questo campo e può usarle per fare di più. Intendo proporre una legge a livello europeo sulle prestazioni pubbliche minime, non privatizzabili, combattendo i deserti medici e occupandomi di caregiver ".
Per decenni l’Europa è stata al centro dell’immaginario giovanile: è sempre così?
"C’è un tema forte legato ai partiti e alla democrazia rappresentativa. I giovani si mobilitano, non sono disinteressati, come dimostrano i Fridays for future o le manifestazioni per Gaza. Ma molti sono disillusi nei confronti del sistema politico e non credono che le elezioni siano importanti. Il loro voto conta. Altrimenti rischiano di fare come i ragazzi britannici, che erano pro Europa ma che, non votando, hanno messo il proprio destino nelle mani degli ultra50enni".
Fra gli adulti invece vede attenzione?
"Purtroppo di Europa si parla poco. Anche nell’attuale campagna elettorale lo spazio è stato monopolizzato dalle amministrative. Invece queste europee sono fondamentali, perché le forze conservatrici e le destre nazionali hanno un altro futuro in mente, ovvero il ritorno a stati-nazione potenzialmente litigiosi".
Siamo in una fase di grandi conflitti: quale può essere il ruolo dell’Europa? "La politica estera è la sfida di questi tempi. Dobbiamo capire se riusciremo a parlare con una voce sola e da questo discenderà la politica di difesa. Meglio avere un esercito europeo, come sognava anche De Gasperi, che andare verso il riarmo nazionale. Penso a caschi blu che abbiano la pace come obiettivo evitando sprechi e protagonisti nazionali".
Leadership femminile.
"Ci sono donne leader e ottime candidate, anche se in questa campagna elettorale sentiamo quasi sempre parlare dei "big" uomini. È importante scegliere bene anche da questo punto di vista, promuovendo la leadership femminile".