Berlino, 10 settembre 2023 - Non è banale chiedersi cosa vuol dire credere alla pace e provare a costruirla, come stanno facendo a Berlino i partecipanti all'incontro internazionale di Sant'Egidio 'L'audacia della pace'. Sì, è una scelta coraggiosa e controcorrente. E' così forte e comodamente semplificante ridurre i contesti al “per” o “contro” che si dimentica che all'origine degli eventi, quelli veri, c'è un lavorio fatto di percorsi, incontri, relazioni umane, condotti anche con quelli che sono più distanti da noi. E' paradossale che questa semplificazione si verifichi quando il mondo è per certi versi a portata di mano. Paul Yazigi, metropolita ortodosso, sequestrato nella guerra siriana nel 2013 con l'arcivescovo siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim (non sono ancora tornati), osservava che la distrazione in cui viviamo indica “un allontanamento inconscio che parte dal nostro mondo interiore”. Ci sono anche stagioni diverse di distrazione. La torre delle antenne radiotelevisive di Berlino è una sorta di simbolo di tutto questo, una sorta di tempio che caratterizza, quasi fosse una cattedrale, lo skyline di una metropoli nevralgica del secolo scorso e della nostra contemporaneità. In un passato non troppo lontano, nonostante, da una parte, fosse concepita anche per esprimere il possesso del cielo da parte del blocco dell'Est a trazione sovietica e sovrastasse, dall'altra, quel muro che ha voluto dire separazione e non di rado morte, in una parola il simbolo di quella che veniva chiamata la “cortina di ferro”, non ha potuto fermare l'esito del lavoro sotterraneo di chi non si è lasciato distrarre: tanta gente, associazioni, trasmissioni clandestine, copie di libri riscritti a mano e moltiplicati nel silenzio, che certo, in corrispondenza di altri fenomeni, ha fatto crollare il muro e ha dato origine alle speranze della stagione chiamata semplicemente “il 1989”.
Questo movimento di “gente del sottosuolo” avviene in modo tenace, non si scoraggia, non lo ha fatto neanche davanti alla deriva individualista che ha raffreddato le attese del post-muro, ha determinato la costruzione di nuovi muri (nel mare e alle frontiere che respingono i migranti, anche quando hanno il volto dei bambini, come accadde a Pasakoy nel febbraio 2022); davanti al radicalismo fondamentalista, al naufragio della primavera araba, alla guerra della Russia che ha invaso l'Ucraina. Proprio a Berlino in questi giorni si scommette sull' “Audacia della pace”, il nome dato all'incontro internazionale della Comunità di Sant'Egidio, il 37 esimo nel cosiddetto “spirito di Assisi”, in collaborazione con la Chiesa cattolica e quella evangelica della capitale tedesca. Crisi climatica, guerre e migrazioni, diritti dei bambini, senso del carcere, insieme alla minaccia nucleare (mentre si accetta con troppa rassegnazione la guerra “nucleare” fatta con l'uranio impoverito), diritti dei bambini, le sfide dell'intelligenza artificiale, la persecuzione dei martiri cristiani, le prospettive per l'Africa. Sono alcuni dei temi e delle situazioni su cui interloquiscono uomini e donne di governo, con leader religiosi e della società civile, sorretti da una rete di tantissime persone e di studenti e abitanti della città, che una volta fu del muro, venute qui da tutto il mondo ad aiutare, ascoltare, confrontarsi. Una preghiera per il Marocco colpito al cuore dal terremoto è stata fatta a Berlino durante una messa per quanti hanno preparando l''Audacia della pace' da domenica 10 e martedì 12 settembre. Ci sono qui tanti operatori e amici di migranti e, tra di essi, delle tante comunità marocchine presenti in Europa, in particolare in Italia, Germania, Spagna e Francia. Tutti si spargono la voce per avere notizie dei loro cari e per iniziative di vicinanza a quanti hanno i loro cari a Marrakech. A Genova è stata intanto avviata da Sant'Egidio una raccolta di aiuti. E' un popolo sintonizzato con la storia, che comprende i nuovi europei giunti con i corridoi umanitari. Michele Brancale