
A Gubbio con la testa sul campo e senza fare tanti calcoli. E’ un po’ questo lo spirito con cui la Pistoiese dovrà affrontare la sfida di oggi (ore 17.30) con l’obiettivo di provare a fare bottino pieno perché così vuole la classifica. Gli arancioni si trovano a tre soli punti dal quindicesimo posto, che vuol dire salvezza diretta, attualmente occupato dal Montevarchi che oggi ospiterà il Cesena. Come detto, però, in questo momento è inutile fare calcoli c’è veramente da pensare partita dopo partita. "Sono concentrato solo sulla gara che dobbiamo affrontare – dice Marco Alessandrini – alle altre partite ci penseremo dopo. Qualcuno, magari, farà i conti, ma in passato ne ho viste tante e so che non conta niente fare calcoli. I risultati bisogna saperseli conquistare e meritare, ed è quello che chiedo alla mia squadra ovvero che attraverso impegno e prestazione si può ottenere qualcosa". Una partita, quella contro il Gubbio, che per Alessandrini è una sfida contro quello che è stato il suo passato dal momento che il tecnico arancione in Umbria c’è stato per diversi anni, da protagonista.
"Ho allenato il Gubbio in quattro tempi diversi – afferma Alessandrini - Due anni in serie C, poi sono tornato l’ultimo anno della serie B. C’è un rapporto buono, però il destino ha voluto che questa partita per noi così importante si giochi proprio a Gubbio. I rapporti in questo momento non contano perché per noi è una partita fondamentale, come del resto lo sono tutte da qui alla fine del campionato. La partita è questa e dobbiamo arrivarci nelle migliori condizioni possibili sapendo di affrontare una squadra forte perché non va dimenticato che il Gubbio è partito con grandi ambizioni, è un’ottima squadra bene allenata, conosco l’ambiente, l’allenatore, lo staff che in parte è stato anche con me. E’ una squadra che meritatamente sta facendo un campionato importante e questo è il tipo di partita che ci aspetta, ma lo sapevamo che ci attendevano gare difficili ed impegnative". Una Pistoiese che dovrà affrontare la partita pensando più a sviluppare il proprio gioco e dando tutto in campo, che non tanto pensare alla forza degli avversari. "Di solito mi preoccupa tutto o niente – afferma Alessandrini – perché bisogna prendere in considerazione gli avversari e cercare di trovare i punti deboli però non basta sapere e conoscere. Bisogna agire sul campo e quindi il problema di un allenatore è sempre quello di portare la squadra alla partita nelle migliori condizioni. Un allenatore ha a che fare con 20-30 individui che hanno problemi, motivazioni ed attenzioni diverse e non sai mai quanto sei stato bravo o magari anche gli stessi giocatori devono capire il momento, perché siamo al termine di una stagione ed ogni attimo può essere importante. Per cui avere occorrerà la massima concentrazione ed attenzione – conclude – e mettere tutto ciò che abbiamo sul campo".
Maurizio Innocenti