Angelo Bartoletti alla Marathon des Sables per la Silvano Fedi

Il pistoiese torna a gareggiare nel deserto africano dopo 10 anni. E racconta che cosa significa

Angelo Bartoletti, portacolori della Silvano Fedi

Angelo Bartoletti, portacolori della Silvano Fedi

Pistoia, 11 aprile 2017 - La Silvano Fedi alla Marathon des Sables, in Marocco. A dieci anni di distanza dalla sua prima corsa nel deserto, un portacolori della squadra pistoiese, Angelo Bartoletti, nativo della città di Giano, ha deciso di affrontare la corsa africana, famosa in tutto il mondo. Una gara, quella marocchina, il cui tracciato di 250 chilometri si snoda nel deserto del Sahara, con percorsi giornalieri di 50 chilometri e una “terribile” notturna un’ottantina. Una manifestazione che, se portata a termine, sa di autentica impresa: perché, capirete, si tratta di un itinerario podistico di notevole difficoltà, ove l’atleta, oltre a dosare le energie nella corsa su sabbia a condizioni climatiche che variano dalla notte al giorno, deve anche amministrare al meglio la propria alimentazione. Per la Silvano Fedi – e Pistoia tutta – una soddisfazione già essere presenti. La prima esperienza nel deserto di Bartoletti fu nel 2007, ma la distanza percorsa fu meno della metà di questa.

“La prima volta che ho gareggiato in una maratona nel deserto – ha avuto modo di raccontare Bartoletti – fu 10 anni fa, con gli amici, anch’essi tesserati della Silvano Fedi, Corrado Gurciullo e Marco Monfardini. Per arrivare bello pronto, ho effettuato la preparazione in località marittime: questo per poter correre sulla sabbia, non a chilometro ma a tempo, alcune ore per qualche giorno alla settimana, il tutto per circa otto mesi. In questo lasso di tempo ho preso parte anche al ‘GT di Courmayeur’, corsa di 90 chilometri in salita con 7000 metri di dislivello. I trail hanno la capacità di dare maggior forza interiore a chi vi partecipa e una buona consapevolezza delle proprie capacità oltre che un senso spontaneo di amicizia e solidarietà nei confronti degli altri partecipanti.

In Marocco non ci saranno altri atleti pistoiesi, ma troverò Sara Paganucci, una validissima podista dell’Orecchiella Lucca e altri italiani, non so però se alcuni di questi sono toscani. A livello di alimentazione sarà importante gestire più le proteine dei carboidrati. Poi, massima attenzione al peso, perché i nostri zaini, che ci portiamo sulle spalle per tutta la gara, non devono superare i 7, 8 chilogrammi. Molti li riempiono di liofilizzati, io invece avrò molto parmigiano stagionato e sottovuoto di polenta, purè di patate e capocollo, cibi indubbiamente più sani. Ci sono accurati controlli affinché non si porti troppo peso o perché i partecipanti non restino senza cibo e acqua. Vengono date penalità a chi lascia rifiuti per terra: gli organizzatori ci danno contenitori adeguati perché il rispetto dell’ambiente è fondamentale anche a quelle latitudini. Sempre e comunque”.

Sul motivo di questa seconda esperienza, è chiaro. “Ho scelto di partite nuovamente perché la prima volta ho vissuto emozioni fortissime, ma bellissime. E poi lo splendido ricordo di Corrado e Marco, con cui ho condiviso quella competizione. E ancora staccare dai pensieri del quotidiano, concentrarsi sulla prova, le sensazioni che provi soltanto a contatto di quel tipo di ambiente, così lontano e differente dal nostro, a contatto con la natura, con i suoi ritmi. Quando si ritorna a Pistoia uno si sente più forte dentro perché ha scoperto di possedere energie nascoste e scopre di conoscersi meglio”. In bocca al lupo!