
Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)
Pistoia, 7 novembre 2020 - Le persone non si conoscono mai, nemmeno quelle con cui si condividono, a volte, intere esistenze. E ci sono scoperte, rivelazioni, che possono segnare per sempre un’esistenza. Una giovane donna pistoiese è in terapia psicologica da quando ha scoperto di aver subito violenza sessuale dal fidanzato, con cui aveva una relazione sentimentale da quasi dieci anni, mentre era in stato di incoscienza, sedata, probabilmente con qualche farmaco.
Lo ha scoperto perché lui aveva ripreso “la scena“ con una microcamera che lei ha trovato, per caso, qualche tempo dopo. I fatti contestati risalgono al 2018 e le indagini sulla vicenda, dirette dal sostituto procuratore Giuseppe Grieco, si sono concluse alla fine dell’estate. L’avviso, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, ha raggiunto le parti. La giovane donna, quale parte civile, è difesa dall’avvocato Sabrina Serroni del foro di Prato, l’ormai ex fidanzato è difeso dall’avvocato Mario Riccio del foro di Pistoia. Sull’uomo grava anche l’accusa di percosse perché, in più occasioni, avrebbe preso la giovane a schiaffi e poi l’avrebbe presa per il collo.
Era l’estate del 2018 quando la ragazza scoprì, nel marsupio del compagno, una microcamera del tipo “miny-spy“ di cui non conosceva l’esistenza e della quale lui non le aveva mai parlato. La giovane si impossessò delle schede Sim dalle quali, in un primo momento, non riuscì a vedere il contenuto perché i file non si aprivano. Decise quindi di rivolgersi a un perito informatico. L’espertò riuscì ad aprire gran parte dei video e per la ragazza fu uno choc devastante: nelle immagini il corpo denudato di lei appariva completamente inerte, in stato di incoscienza, mentre lui, sotto l’occhio della telecamera, le usava violenza.
«In più occasioni – scrive la Procura nell’avviso di garanzia – e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, compiva atti sessuali con la sua compagna, abusando delle condizioni di inferiorità fisica al momento del fatto". La giovane aveva poi presentato una denuncia alla Procura della Repubblica dove ha raccontato come, in certe sere, si era sentita particolarmente stanza e assonnata, tanto da non essere più capace di fare niente, avvalorando così l’ipotesi che le fosse stato somministrato, a sua insaputa, qualche tipo di sedativo. Nell’esposto aveva chiesto il sequestro di tutto il materiale registrato nel timore che venisse diffuso su qualche sito pornografico. l.a.