
Il sostituto procuratore Giuseppe Grieco ha sostenuto l’accusa in aula
Si è concluso nel tardo pomeriggio di ieri, nell’aula Signorelli del tribunale di Pistoia, con una condanna a nove anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo, il processo di primo grado che vedeva imputato Matteo Capaccioli, 28 anni, di Montecatini. Il processo, come si ricorderà, era scaturito dalla denuncia di una giovane donna, appena maggiorenne, dopo un episodio che si sarebbe verificato la notte tra il 31 agosto e il primo settembre del 2022 nel cucinotto di un locale del centro di Montecatini, e dove, secondo la ricostruzione della pubblica accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Giuseppe Grieco, che aveva diretto le indagini degli uomini del Commissariato di Montecatini su questo caso, si sarebbe consumato uno stupro di gruppo. Al termine della sua requisitoria la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a otto anni di reclusione. La sentenza pronunciata dal presidente del collegio dei giudici, Stefano Billet, a latere Pasquale Cerrone e Raffaella Amoresano, è andata oltre, con la condanna a nove anni di pena. Per quei fatti, lo ricordiamo, uno dei due imputati, Giovanni Magrini, 32 anni, è stato condannato in abbreviato in primo grado a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Capaccioli quando era stato sentito in aula aveva spiegato che già in passato ci sarebbero stati incontri sessuali consenzienti con la giovane. Quella sera, come era emerso dall’istruttoria dibattimentale, c’era stato un rapporto a tre e la giovane avrebbe acconsentito ad appartarsi con entrambi. Ma secondo l’accusa la ragazza sarebbe stata spogliata dal Capaccoli e avrebbe poi subito un rapporto sessuale e, sempre secondo l’accusa, alla giovane sarebbe stata tesa una sorta di trappola, un accordo tra i due amici, e questo sarebbe emerso anche dalle analisi svolte dagli inquirenti sulle chat che gli imputati si erano scambiati quella sera. "Tieni il cellulare a portata di mano. Ora è indecisa", avrebbe scritto Capaccioli al Magrini. Durante il rapporto sessuale, Capaccioli avrebbe girato tre video di pochi secondi. In aula aveva detto che non li aveva mai diffusi.
La linea difensiva percorsa dai legali di Capaccioli, gli avvocati Cristina Gradi del foro di Pistoia e Nicola Bastiani del foro di Pistoia, ha fatto perno sulla consensualità degli incontri e quindi sull’assenza di violenza. Scontato il ricorso in appello contro la sentenza.