REDAZIONE PISTOIA

Vescovi e la valorizzazione dei territori: "Basta burocrati, pensiamo ai popoli"

Padovano di nascita, ma aglianese di adozione è candidato per Fratelli d’Italia alle elezioni europee

Vescovi e la valorizzazione dei territori: "Basta burocrati, pensiamo ai popoli"

PISTOIA

Ha una lunga esperienza politica Manuel Vescovi. Padovano di nascita ma aglianese di adozione, è stato consigliere regionale per la Lega e poi senatore fino al 2022. Ha ricoperto la carica di segretario della terza Commissione permanente ed eletto dal Senato come delegato al Consiglio d’Europa e vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa. Dal 2023 ha aderito a Fratelli d’Italia, partito col quale si candida alle elezioni europee nella circoscrizione dell’Italia centrale.

Vescovi, la ‘sua’ circoscrizione è assai ampia e altrettanto eterogenea. Ci sono dei punti in comune, delle priorità che intende portare a Bruxelles nel caso venisse eletto?

"Credo sia necessario valorizzare al meglio il territorio, pur nel mantenimento delle differenze".

L’Europa è spesso sentita come un’entità distante dai territori.

"Ed è un grave errore, considerando che la stragrande maggioranza delle decisioni che vengono prese in quel contesto hanno successive ricadute sulle azioni dei singoli stati nazionali".

E allora qual è il problema?

"Il problema è, senza dubbio, la rappresentanza. Abbiamo bisogno di persone preparate e il fatto che alle elezioni europee si possano esprimere preferenze aiuta nella direzione di poter effettuare una scelta oculata".

Come si tutela, secondo lei, la Toscana e le altre regioni dell’Italia centrale in Europa? "Difendendo gli interessi del nostro meraviglioso territorio. Le faccio due esempi: la cosiddetta normativa sulle ‘case green’, che prevede l’obbligo a partire dal 2030 di costruire esclusivamente edifici a emissioni zero, e quella legata alla mobilità elettrica, secondo la quale dopo il 2035 nel Vecchio continente potranno essere vendute soltanto auto e emissioni zero. In entrambi i casi nessuno nega che si tratti di norme importanti che puntano a difendere l’ambiente".

Immagino che ci sia un ‘ma’… "Ma queste norme non possono mettere in ginocchio un territorio e un’economia".

Quindi che Europa immagina? "Un continente in grado di ridisegnare se stesso, che deve caratterizzarsi come Europa dei popoli e non dei burocrati".

Fino a che punto, secondo lei, uno Stato nazionale dev’essere poter mettere da parte l’interesse nazionale per un’Unione più forte?

"La questione non è fino a che punto. Il nocciolo del problema è un altro: ben venga farlo, purché sia un’azione condivisa da tutti gli stati membri. Altrimenti si tratta di una capitolazione".

Se verrà eletto al parlamento europeo quali sono i campi nei quali le piacerebbe dare il suo contributo?

"Sicuramente la politica estera, anche in virtù della mia passata esperienza di delegato per il Senato al Consiglio d’Europa e vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa. E poi, sicuramente, la tutela del made in Italy".

La difesa europea è un tema molto sentito, soprattutto dopo l’aggressione russa all’Ucraina.

"Esattamente. Ed è un tema che deve coinvolgere necessariamente tutti gli stati: non può essere una questione che riguarda solo l’asse franco-tedesco".

Davide Costa