Una foto come un dipinto Tancredi a Venezia

Successo personale per l’artista pistoiese apprezzato da Sgarbi mentre il “Porto di Copenaghen“ prosegue il suo viaggio italiano

E’ un grande successo personale, e questa volta come fotografo, e non come apprezzato cantante dei brani più amati degli anni Settanta, quello che Lino Tancredi sta attraversando in questo periodo. Una delle sue immagini, che rappresenta il porto di Copenaghen, è stata selezionata, e quindi in mostra, alla Pro Biennale di Venezia, nel Padiglione Spoleto Arte. Qui Tancredi ha incontrato il professor Vittorio Sgarbi: "Pensava che fosse un dipinto – ci ha raccontato Lino, – si è tolto gli occhiali e ha toccato l’immagine per poi rendersi conto che era una fotografia, e si è complimentato con me. Sono stato molto contento dell’esito dell’esposizione e anche delle tappe successive della mia foto, realizzata in pellicola, e che risale al 2008. “Il porto di Copenaghen“ sarà a Spoleto Arte dal 21 al 27 luglio. E’ già stata esposta a Milano, alla Galleria Ikona e attualmente è a Trento, con un’altra mia foto, nel Castello di Altofonte Nogo. Direi che posso essere contento". Nato in Brasile, a a Belo Horizonte, da genitori italiani, Lino Tancredi vive a Pistoia da moltissimi anni, dove ha lavorato nella Polizia di Stato, in particolare nella sezione della Polizia Postale.

"Ho cominciato a fotografare quando ero bambino e la passione si è concretizzata quando avevo diciannove anni, proprio quando entrai in Polizia, con la prima assegnazione a Milano. Scoprii il bianco e nero e iniziai a dedicarmi al paesaggio invernale milanese, agli alberi spogli ai lunghi viali. Poi approfondii il colore. Quando venni trasferito a Pistoia – racconta Tancredi – mi dedicai più compiutamente al mio hobby e la mia prima mostra fu alla Galleria Ribalta, che si trovava al Villaggio Belvedere. Si intitolava “Nuance o Soft“. Il nuance resta il genere dominante delle mie foto. E ancora oggi uso la macchina fotografica a pellicole, nei vari formati".

"Da quasi quarant’anni – si legge di lui – Lino fotografa le sottili variazioni cromatiche della luce orientale e occidentale. I giochi di luci e ombre conferiscono ricchezza alle sue immagini e il colore è un altro degli elementi caratteristici del suo lavoro. Nella presentazione delle immagini scattate da Lino compaiono celeste, rosa, verde, giallo, ma leggero, appena nato, prima che diventi aggressivo. La dimensione espressiva delle foto di Tancredi trova una propria collocazione contemporanea nelle ricerche del “soft” di quei fotografi americani quali Joel Meyerowitz, Len Jenshel, William Clift, Gail Skoff, che, invertendo radicalmente i concetti che hanno portato alla nascita della grande fotografia realistica americana, hanno volto l’interesse dell’occhio verso tramonti marini, paesaggi di campagna e interni ottocenteschi".

"Sono idealista – dice di sè – mi piace la bellezza delle cose, soprattutto quelli semplici a cui spesso non si dà importanza. Fotografare per me vuol dire proprio questo, valorizzare la semplicità. I miei occhi cercano soprattutto la luce giusta, quella che mi permette di raggiungere lo scatto desiderato".

lucia agati