SAVERIO MELEGARI
Cronaca

Un decreto che non piace. Le associazioni scettiche: "Un carico inaccettabile"

Confecommercio e Confesercenti affossano il dl Sicurezza voluto da Piantedosi "Certe situazioni devono essere gestite dalle forze dell’ordine, non da noi".

Daniele Andreotti, Confcommercio

Daniele Andreotti, Confcommercio

PISTOIAIl nuovo "Decreto Piantedosi" per quel che riguarda la sicurezza per gli esercizi pubblici da svolgere in proprio fa storcere il naso alle associazioni di categoria del territorio, principalmente perché gli imprenditori che portano avanti le proprie attività "svolgono un altro mestiere e va ad appesantire il lavoro, oltre a sottoporci a rischi che non siamo in grado di affrontare" afferma il vice-presidente di Fipe Confcommercio Pistoia Prato, Daniele Andreotti. Nel testo del decreto, si fa riferimento a meccanismi premiali per chi avrà il responsabile della sicurezza, nuovi impianti di video sorveglianza ed il "codice del buon avventore". "È evidente – specifica Andreotti – che i titolari e i dipendenti delle attività non possiedono le competenze né gli strumenti necessari per gestire determinate situazioni, quelle gravi individuate dal testo, per le quali si rende necessario l’intervento delle forze dell’ordine. L’idea della volontarietà dell’adesione, inoltre, apre un varco a divisioni interne e ad un generale ingolfamento del nostro lavoro, peraltro in una fase che è già interessata da una contrazione dei consumi, come abbiamo recentemente evidenziato. Fipe, al netto del fatto sconcertante che in prima battuta non sia stata coinvolta, è da sempre disposta alla più ampia collaborazione, ma è necessario ascoltare la voce di chi ogni giorno lavora nel settore per giungere al miglior testo normativo nell’interesse di tutti".

Sulla stessa lunghezza d’onda, a livello di associazioni di categoria, anche Confesercenti che esprime la propria idea col presidente provinciale Pierluigi Lorenzini. "A livello nazionale la nostra associazione ha già chiesto un incontro al Ministro – precisa Lorenzini – siamo già alle prese con un calo delle vendite di alcolici con il nuovo codice della strada. Queste linee guida rischiano di costituire ulteriori oneri per gli esercenti. I gestori di bar, ristoranti e discoteche quotidianamente agiscono per evitare e denunciare situazioni di pericolo alle forze dell’ordine. Imporre per decreto ai gestori di pubblici esercizi di installare sistemi di videosorveglianza, illuminare le aree circostanti e definire codici di condotta è però inaccettabile, perché scarica sulle nostre spalle responsabilità che spettano allo Stato". Un decreto, quindi, che sembra scontentare tutti soprattutto perché c’è l’impressione di voler delegare a terzi, nella fattispecie imprenditori e aziende della ristorazione e della ricettività, ambiti che dovrebbero essere tutelati da forze dell’ordine e pubblica autorità. "Non ci possiamo sostituire a loro – prosegue Lorenzini – né vigilare all’esterno dei locali. Siamo convinti che collaborare sia un dovere ma è assurdo imporci obblighi difficilmente gestibili. E’ opportuno disincentivare l’abuso di alcool ma si chiede anche di trovare una soluzione per chi desidera bere in modo responsabile senza dover poi intercorrere nelle sanzioni previste dal codice. La sicurezza è un bene comune e deve essere garantita da chi ne ha le competenze e le risorse. Da parte nostra garantiamo la massima collaborazione, ma chiediamo un maggiore impegno delle forze dell’ordine sul territorio e misure concrete per prevenire e contrastare la micro-criminalità e il disagio giovanile".

S.M.