Ucraina, quando un angelo viaggia in auto: "Così ho salvato mamma e figlie"

Francesco Marsala le ha portate in Italia dalla Slovacchia: "Un amico mi aveva segnalato il loro caso. Sono riuscito a trovarle pur non avendole mai viste. Volevo dare una mano a chi adesso ha bisogno"

Francesco Marsala

Francesco Marsala

Quarrata (Pistoia), 20 marzo 2022 - "Vedevo le immagini di disperazione di tante persone ferite, morte, in mezzo alle macerie, costrette a fuggire dal loro paese per salvarsi. Un pensiero mi martellava nella mente: fare qualcosa per rendermi utile, in qualsiasi modo". E’ così che Francesco Marsala, quarratino d’adozione, racconta come gli sia venuto in mente di partire per andare a dare il suo contributo alla salvezza di chi, in Ucraina, sta cercando di scappare dai bombardamenti.

"Volevo aiutare, ma non sapevo come – prosegue il suo racconto – non avendo contatti diretti con nessuno ho cominciato a cercare attraverso le varie associazioni umanitarie e a spargere la voce con i miei conoscenti. Sono uno che guida volentieri, ma anche volendo andare a prendere dei profughi scappati dalla guerra, non avevo idea di come contattarli". Dopo un giro di telefonate Francesco è venuto a sapere da un amico di Vaiano che una donna ucraina, amica di suoi conoscenti, con le sue due figlie di 16 e 8 anni, stava cercando il modo di venire in Italia dove avrebbe trovato ospitalità da suoi connazionali con cui era in contatto.

"A quel punto ho deciso di partire. Da solo, con la mia macchina. Mi sono detto che forse mi stavo esponendo a un rischio, chissà. Ma dentro di me sentivo di dover andare. Il problema era riuscire a trovare il modo di arrivare il più vicino possibile a loro, perché loro erano al confine tra Romania e Ucraina dove c’è il caos ed è difficile trovare il modo di incontrare qualcuno. Allora, tramite una rete di telefonate tra suoi conoscenti, ho fatto avvertire la donna di tornare verso Leopoli, in treno, e andare al confine con la Slovacchia. E’ un varco più favorevole, e per adesso ancora poco utilizzato – spiega Francesco – quando sono arrivato infatti non c’erano molti profughi scappati dalla guerra e anche se non conoscevo la donna che dovevo portare in Italia, sono riuscito a trovarla in mezzo alle altre mamme con bimbi". Inevitabile, per Francesco, ripensare alla tristezza di quello scenario: "Donne che avevano detto addio ai mariti, senza sapere se li rivedranno mai più, bambini e bambine che chissà se potranno riabbracciare il babbo. Impossibile non commuoversi di fronte a tanta disperazione, vedendo persone che avevano racchiuso in un trolley tutta la loro vita".

Dal confine con la Slovacchia, giù giù fino a Budapest, poi Lubiana, poi Gorizia: instancabile alla guida della sua auto, facendo solo una breve tappa per riposarsi, Marsala ha condotto a Prato la mamma e le due piccole donne. Da lì poi sono state condotte a Follonica, ospiti di una loro amica originaria dell’Ucraina, che da anni ormai vive in Italia. "Mi è rimasto scolpito nella memoria l’espressione della figlia maggiore. Nella sua serietà esprimeva un dolore enorme. Solo quando ci siamo fermati a mangiare a un fast food, e mi è schizzato in faccia il ketchup, è scoppiata a ridere. Mi ha scaldato il cuore".