REDAZIONE PISTOIA

"Tutti i miei archivi alla città" L’ultimo grande dono di Enzo l’uomo che entrò in simbiosi con Desideri e con il Tibet

Ha lavorato sino alla fine sapendo che non avrebbe visto la presentazione del suo libro. La toccante testimonianza dell’editore Cristiano Coppi: "Pistoia saprà ricordarlo con amore".

"Tutti i miei archivi alla città" L’ultimo grande dono di Enzo l’uomo che entrò in simbiosi con Desideri e con il Tibet

Il suo cuore si è fermato nella notte di Ferragosto, nella sua casa di via Ippolito Nievo, nella zona dello stadio, dopo un lungo periodo di sofferenza, ma con la serena consapevolezza di aver lasciato alla sua città, dove Enzo Gualtiero Bargiacchi era nato il primo giorno di ottobre del 1939, l’eredità, immensa, dei suoi studi e dei suoi archivi che in mezzo secolo abbracciano gran parte dell’arte contemporanea, il teatro di avanguardia e, soprattutto, la vita e le opere di Ippolito Desideri, il gesuita e missionario pistoiese vissuto tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento che fu il primo europeo esperto della cultura e della lingua tibetana.

La figura di Enzo è quella di un intellettuale e ricercatore, ma non soltanto. Tra gli anni Settanta e Ottanta fu tra i curatori dei più importanti allestimenti di arte contemporanea, uno dei quali "Italia-California", portò Pistoia all’apice in quel periodo, con eventi di cui soltanto una generazione conserva i ricordi e l’entusiasmo che nasceva dalla possibilità di addentrarsi in un mondo assolutamente nuovo. Enzo viaggiò molto e si avvicinò al mondo orientale, al Buddismo e quindi a Ippolito Desideri, con il quale entrò in simbiosi, dedicandosi alle sue carte con impegno incredibile, ma senza riunirle, organicamente, in un suo libro. Ma proprio a questo stava lavorando in questo suo ultimo tempo terreno e presto, molto presto, i pistoiesi potranno non soltanto leggere i suoi scritti, ma anche, in un secondo momento, consultare i suoi sterminati e importantissimi archivi di studioso che gli erano stati chiesti dai più importanti musei. Un’opera imponente su cui è impegnato il suo editore, Franco Coppi, che ha scritto per noi questa testimonianza.

"Con Enzo stavo lavorando al suo libro “Ippolito Desideri e la scoperta del Tibet”, che uscirà a fine settembre per Metilene edizioni. Nell’ultimo anno ci siamo visti molto a casa sua e il libro è diventato involontariamente un occasione per dargli forza mentre la sofferenza lo consumava. Avevamo l’idea di pubblicare un libro che raccogliesse i suoi studi su Desideri, il missionario gesuita di origini pistoiesi a cui ha dedicato gran parte dei suoi studi. Il libro sarebbe stato una versione aggiornata di un suo testo, scritto più di venti anni fa e ormai introvabile, rivisto nei testi e arricchito da immagini delle spedizioni in Tibet e meticolose mappe geografiche.

"Il lavoro sarebbe stato agevolato anche dal fatto che già nel 2017 ero stato al suo fianco nell’allestimento della mostra a Pistoia “La Rivelazione del Tibet – Ippolito Desideri e l’esplorazione scientifica italiana nelle terre più vicine al cielo”. Purtroppo il progressivo peggioramento delle condizioni di salute di Enzo ha reso il progetto impegnativo: negli ultimi tempi non riusciva più a leggere né a scrivere, rendendo necessario leggere a voce alta le pagine e prendere nota di ogni correzione di bozza.

"Fortunatamente siamo stati aiutati dal Museo delle Civiltà di Roma e in particolare da Massimiliano Polichetti e Oscar Nalesini. Quest’ultimo ha accettato anche di scrivere la prefazione al libro e di revisionare i testi, assicurando così il valore scientifico dell’opera. Quando poi il libro è andato in stampa Enzo sapeva già che non ci sarebbe stato alla presentazione, ma era comunque sereno perché consapevole di aver messo al sicuro i suoi preziosi studi.

"Ripensando a questi ultimi mesi accanto a lui, non posso che ricordarli come una grande occasione di crescita personale, umana e culturale, ma anche con un grande senso di responsabilità. Questo perché, al di là del libro su Desideri, Enzo ha voluto approfittare dei nostri incontri per parlarmi dei suoi viaggi in Oriente, di arte contemporanea e teatro, fare video interviste e consegnarmi importanti materiali di ricerca.

"Questa particolare sensazione di sentirsi vicino alla fine dei propri giorni spingeva Enzo a raccontare tutto ciò che poteva con la preghiera di tenerne traccia. Dagli aneddoti biografici e personali, alle mostre di arte contemporanea, dal teatro di avanguardia ai viaggi in Tibet prima ancora di conoscere Ippolito Desideri, di cui si interesserà solo a partire dagli anni Novanta. Ne usciva il ritratto di un intellettuale alla continua ricerca del rapporto tra spirituale e razionale. Proprio questo, a suo dire, era il grande insegnamento del Buddismo: la perfetta sintonia tra tutte le cose.

"L’evidenza di questa poliedrica ricerca sta nei suoi archivi di cui parlava molto, affermando la sua volontà di donarli alla città di Pistoia. Una città a cui Enzo, nonostante avesse girato il mondo, è sempre stato molto legato e che spero adesso saprà ricordarlo e valorizzarlo con coscienza e amore".

l.a.