REDAZIONE PISTOIA

Tutti a giudizio per il fallimento Bruschi

A processo per bancarotta fraudolenta gli imprenditori Bruschi e Tesi, insieme ai consulenti. Tesi Vivai responsabile civile

Affronteranno il processo, con l’accusa di bancarotta fraudolenta in concorso, per il caso del fallimento milionario dei Vivai Bruschi. Si tratta degli imprenditori Sandro Bruschi e Fabrizio Tesi, insieme con i professionisti Marco Cappellini e Lorenzo Marchionni, che curarono le trattative e i contratti tra i due. E’ quanto ha disposto ieri mattina il giudice per le udienze preliminari Patrizia Martucci, accogliendo la richiesta della procura, pm Linda Gambassi ( sostituita dal pm Serranti) secondo la quale le trattative di vendita furono un espediente per sottrarre il patrimonio dell’azienda Bruschi Vivai ai creditori. Nel processo, che prenderà il via il prossimo 10 novembre, l’azienda Tesi Vivai, difesa dall’avvocato Andrea Ferrini, è stata chiamata a rispondere come responsabile civile. Era stato l’avvocato Giuseppe Castelli, legale di uno dei creditori, la Vivai Piante Trinci Daniele, a chiedere la citazione come responsabile civile della Giorgio Tesi Vivai che, iIn caso di condanna, concorrerà a risarcire i creditori. Sul banco degli imputati, dunque, gli imprenditori Sandro Bruschi, difeso dall’avvocato Alberto Rocca di Prato; dell’imprenditore pistoiese Fabrizio Tesi, difeso dagli avvocati Andrea Niccolai e Sabrina Simone del foro di Pistoia; di Lorenzo Marchionni, difeso dall’avvocato Lorenzo Zilletti del foro di Firenze e di Marco Cappellini, difeso dall’avvocato Valerio Spigarelli del foro d Roma.

Marchionni e Cappellini sono i consiglieri, professionisti, che hanno curato le trattative precontrattuali e la redazione dei contratti per conto di Fabrizio Tesi. Tutti e quattro gli imputati sono stati chiamati a rispondere in giudizio, in concorso, di una serie di azioni con cui avrebbero occultato, o "dissipato" i beni dell’azienda fallita, tramite operazioni con cui, secondo l’accusa, l’impresa veniva spogliata completamente sia dei beni aziendali che delle rimanenze senza che vi fosse vantaggio economico per l’azienda stessa e realizzando, sempre secondo l’accusa, "un grave pregiudizio per gli interessi dei creditori privati e pubblici". Tra queste azioni, elencate nel capo di imputazione vi sono anche contratti d’affitto con canoni sottostimati. Sono diversi i creditori che sono stati ammessi come parti civili: Vivai Cooperativi, Vivai Piante Chiti Vittorio, Chiti Paolo, difeso dall’avvocato Claudio Del Rosso di Pistoia, Lisa Trinci, Guerrino e Rosaria Morandin, Luigi Biagioni, Società Agricola Baldacci, Veriflor. L’azienda vivaistica Sandro Bruschi fu dichiarata fallita il 10 ottobre del 2018, dopo una procedura durata sei anni. Secondo la procura, le trattative tra Bruschi e Tesi sarebbero state svolte in modo da sottostimare il valore delle piante dell’azienda di Badia a Pacciana. La difesa invece ha sostenuto che "l’operazione dell’affitto dell’azienda e il contratto estimatorio del soprassuolo, lungi dall’arrecare un danno, ha invece garantito i creditori. La curatela, infatti, si ritrova un patrimonio di piante che ha venduto alla Tesi per 3milioni e 400mila euro, e ha fatto bandi di asta per le aziende di Pistoia e Migliarino per rispettivi 6 mioni e 3 milioni. Solo questa operazione ha consentito di mantenere il valore del patrimonio aziendale e del sopassuolo e la prova è che il giudice delegato del fallimento ha tenuto in vita i contratti e ritenuto che fossero vantaggiosi".

Martina Vacca