Tutte le avventure dei "bisonti" in bicicletta

Dall’Oetzaler alla Milano-Sanremo: in un libro i racconti di un gruppo di appassionati delle due ruote della Casa del popolo di Spazzavento

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Si chiama ’Bisonti in viaggio’ e racconta le avventure ciclistiche di un gruppo di appassionati pistoiesi. Il volumetto (a cura di Massimo Mungai, 126 pagine, Nuove Esperienze editore) è una curiosa collana di storie su due ruote narrate dai protagonisti, tutti del gruppo sportivo della Casa del popolo di Spazzavento. Si procede lungo le grandi Classiche del nord e del Belpaese, su montagne-icone per gli appassionati, come sulle più celebrate Granfondo amatoriali, attraversando percorsi che danno senso agli sforzi di atleti il cui livello è quello della maggior parte degli amanti della bicicletta. La peculiarità dei ’Bisonti’, come si legge nella prefazione è proprio quella di "raccontare la normalità di uomini che si cimentano in prove impensabili per un profano grazie alla passione che li muove, assumendo dimensioni inimmaginabili". Sono ventidue i protagonisti della squadra 2020 della Casa del popolo di Spazzavento, protagonisti di molti dei racconti del libro: Alessandro Biagioni, Alessandro Sorini Dini, Alessio Mochi, Andrea Niccolai, Andrea Masi, Antonio Pugliese, Francesco Franchi, Franco Zini, Giampaolo Sicolo, Gianluca Govi, Gugliemo Gavazzi, Luca Meoni, Luca D’Isep, Marco Gelli, Massimo Vernacchio, Massimo Neri, Maurizio Bartoletti, Massimo Mungai, Riccardo Giusti, Roberto Panconi, Stefano Comacchio e Tommaso Ciriolo.

In questa raccolta di avventure traspare con chiarezza il carattere del ciclista, "volitivo e amico della fatica fisica, espressione di un senso di libertà che a ogni pedalata s’irradia in molteplici sfaccettature, per ritrovarsi poi in un unico sentimento collettivo di felicità". Felicità conquistata con le unghie e coi denti: basta leggere il racconto di Andrea Masi, il ’geometra’ sull’Oetzaler per capire le difficoltà di un’impresa del genere: salite e discese, soste e rifornimenti, coi crampi che ti assalgono improvvisi e ti portano a un passo dal dover abbandonare il sogno di una vita. E ancora, la tentazione di arrendersi al ’carro scopa’ e la tenacia di proseguire fino al passaggio sotto l’arco di arrivo. Un’impresa che non ha niente da invidiare a quelle dei professionisti.

Basta leggere i racconti, uno dopo l’altro, per rendersi conto che questo gruppo di persone, di amici, non pedala soltanto per rimanere in forma, per fare la prestazione. Lo fa per entrare in contatto con la natura. "Pedalando – si legge nella nota finale – si corre dietro ai sogni e sognare ci avvicina al trascendente, ascoltando noi stessi, studiandoci a fondo. La bicicletta è la tavolozza dei colori con la quale dipingere la felicità, che si può appendere come un quadro e riacchiappare coi ricordi ogni volta che ci sfugge". Chapeau, ragazzi.

Davide Costa