"Titoli illegittimi" per 22 ex bidelli Dieci a giudizio, "Map" per gli altri

Il giudice ha accolto la richiesta di messa alla prova. Il processo per truffa aggravata e falso al via da luglio

Con quei diplomi e soprattutto con quei punteggi "stellari" in molti avevano scalato le graduatorie degli istituti scolastici pistoiesi, medie e superiori, venendo poi assunti a tempo determinato. Peccato che quelle scuole di formazione, per lo più frequentate online, non fossero accreditate a rilasciare quei titoli, che dunque non avrebbero potuto essere spesi nelle scuole. L’indagine dei carabinieri era stata avviata nel 2018 e aveva riscontrato ben ventidue casi in tutto il territorio provinciale, ma i filoni dell’inchiesta avevano coinvolto diverse regioni in tutta Italia. Le scuole di formazione incriminate si trovavano tutte nella provincia di Napoli, e così anche i collaboratori scolastici finiti nell’indagine sono tutti di origine campana, e si erano trasferiti nella nostra regione dopo aver ottenuto i contratti sulla base appunto di quei punteggi, in realtà "illegittimi".

Ieri mattina il giudice per le udienze preliminari Luca Gaspari ha disposto la "messa alla prova" per dieci dei collaboratori, su richiesta dei loro legali. La misura alternativa consiste in lavori di pubblica utilità, non retribuiti e comunque compatibili con un eventuale altro lavoro. Per altri dieci invece inizierà il processo il prossimo 11 luglio davanti al giudice Raffaella Amoresano. I legali difensori sono Elena Mucci, Paola Cappabianca e Sabrina Simone, insieme ad altri colleghi campani. Gli imputati sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsità ideologica e materiale in atto pubblico. Le indagini, avviate alla fine del 2018 dal personale del Nucleo investigativo dei carabinieri di Pistoia e coordinate dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, avevano portato alla scoperta di un vasto giro di diplomi illegittimi. Il caso era stato denominato "Forcella" dal nome di una delle scuole di formazione coinvolte, tutte con sedi in provincia di Salerno, o con sede a Nola in provincia di Napoli. Anche i collaboratori scolastici finiti nell’indagine risiedono quasi tutti in provincia di Napoli e oggi sono tornati nei loro paesi, essendosi conclusi i contratti negli istituti della nostra provincia.

Dopo aver individuato i soggetti, i militari, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Pistoia e l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, avevano proceduto alla ricostruzione della carriera scolastica di ciascuno, riscontrando così la mancata convalida dei titoli dichiarati. Tra i tanti casi, quello di una collaboratrice scolastica, assunta in un istituto pistoiese, che aveva deciso di partecipare a una nuova graduatoria per il passaggio alle mansioni superiori di assistente amministrativo, utilizzando titoli però non validi. "I collaboratori hanno agito sempre in buona fede – spiega l’avvocato Elena Mucci del foro di Pistoia – Loro si erano iscritti a scuole riconosciute, e avevano pagato i corsi frequentati online, senza sapere che quegli istituti non avevano i requisiti per rilasciare quel tipo di titoli, spendibili nella scuola pubblica. E lo dimostra il fatto che uno degli indagati aveva conseguito il suo diploma dieci mesi prima che la scuola di formazione venisse accreditata regolarmente. Motivo per il quale, il suo diploma risultava irregolare, ma la sua formazione era stata comunque conseguita in buona fede".

Il processo per dieci dei collaboratori scolastici coinvolti nell’inchiesta prenderà il via il prossimo 11 luglio.

Martina Vacca