di Lucia
Agati
E’ uno dei volti televisivi più amati, il ragazzo della porta accanto dal sorriso che conquista subito e che i telespettatori seguono mentre li conduce attraverso le bellezze, e le prelibatezze, d’Italia. Da Pistoia è andato via presto, appena diciottenne, ma tutta la sua famiglia è qui e Nicola Prudente, Tinto per tutti, torna a casa non appena gli è possibile. Ora fa parte ufficialmente anche dei "Pistorienses" il progetto del fotografo pistoiese Nicolò Begliomini che nella sua sala di posa, nel cuore della Giorgio Tesi Editrice, a Badia a Pacciana, ritrae quei pistoiesi che non hanno rinunciato ai loro sogni. Nato il 12 settembre del 1976, oggi vanta una poderosa e brillante carriera televisiva e radiofonica sia come autore che come conduttore ed è anche un apprezzato scrittore. Ricordiamo qui il suo ultimo libro "Il collo della bottiglia, storie di vite". Il pubblico lo ha seguito e lo segue in moltissimi programmi. Qualche titolo: La prova del cuoco, Decanter su Rai Radio2 con Federico Quaranta, Linea Verde su Rai1, Camper su Rai1 e Pizza Doc, tutti i sabati su Rai2.
Com’era Tinto da piccolo?
"Ero un bambino e un adolescente spensierato. A Pistoia sono cresciuto e ho studiato: le elementari alle Civinini Arrighi, le medie alle Roncalli e il liceo allo scientifico Duca d’Aosta. Una giovinezza bella, un po’ di miscela per il motorino, poche lire in tasca e poi via su per le colline fino a quella meraviglia del Castagno e poi a ballare al Panda...La mia città l’ho sempre amata e la amo tanto. Oggi vivo a Roma, ma quando ci porto gli amici, che conoscono soltanto Firenze, Pisa, Siena e Lucca, ne rimangono estasiati".
Ci parli della sua famiglia.
"Appartengo a una famiglia di assicuratori. Il mio babbo è Renato Prudente e la mamma Cristina Cuomo, poi ci sono i miei zii Michele Manzari e Rita Pacelli e i miei cugini Manzari: Francessco e Michela. Ma non era l’agenzia di famiglia il mio sogno, infatti la vita mi ha portato altrove e così, a diciotto anni, con il desiderio di studiare scienze della comunicazione, sono andato a vivere a Milano, che della comunicazione è il cuore e dove mi sono laureato con una tesi sul turismo. Certo è stato un passaggio forte. E’ stato come essere in mare. Bisognava nuotare, e non è stato semplice".
Ma il suo vero sogno quale era?
"Il sogno, per me, era quello di lavorare in radio e in televisione. Oggi, ogni giorno, sono su Rai Uno con “Camper“, un format nuovo, un programma sul turismo enogastronomico dedicato a un paese ricco di eccellenze. Accanto a me Roberta Morise e due conduttori giovani e brillanti. Verremo anche in Toscana. E’ una finestra sul mondo. Il mio mito, del resto, era Corrado, con il suo programma “Il pranzo è servito“".
Ma lei ha anche un’altra importante figura di riferimento nel mondo della televisione...
"Ho lavorato con Fabrizio Frizzi come autore. Una figura importantissima per me, un uomo straordinario, entrava nelle case degli italiani perchè era il ragazzo della porta accanto, e sono così orgoglioso di essere stato al suo fianco".
Ha un nuovo sogno, un nuovo progetto?
"Sì. Mi piacerebbe fare il prime time, il programma prima della prima serata. Per questo sto scrivendo un progetto che contiene un nuovo modo di concepire il quiz. Un format in cui radio e tv saranno unite, ma sempre raccontando il mondo enogastronomico".
La sua vita è intensa, le ha riservato qualche sorpresa?
"Mi mancavano pochi esami alla laurea e mio padre mi mandò a Montreal perchè lì avrei potuto imparare e perfezionare sia l’inglese che il francese. Ed è in Canada che ho conosciuto Barbara, che è venezuelana e che era là per gli stessi motivi miei. Il suo bisnonno era dell’Isola d’Elba, dove le ho chiesto di sposarmi. La vita è fatta di fili invisibili che si riuniscono quando, e dove, meno te l’aspetti. Barbara ha lavorato all’ambasciata venezuelana della Santa Sede e oggi è insegnante madrelingua spagnola dell’università La Salle. Abbiamo due bambini, Davide ed Eleonora".
Ci spiega l’origine del suo nome d’arte?
"Tinto viene dal vino. Prudente era troppo serio. In questo mio nome c’è anche un richiamo artistico che è quello al Tintoretto".
Le è piaciuto far parte del progetto "Pistorienses"?
"Mi è piaciuto moltissimo e sono tanto orgoglioso di farne parte. E’ un modo per dare volti alla comunità. E tutti ne faremo sempre parte, qualunque sia la strada che sarà intrapresa".