PISTOIA
"Stringere i denti" e adattare la proposta dei prossimi tre anni alle nuove capienze. Smistandola esclusivamente nelle sale della provincia – e non guardando alle città vicine, come si era sentito ipotizzare -, sfruttando quell’ampia disponibilità che è in capo alla Fondazione Teatri di Pistoia. La marcia che condurrà alla trasformazione e che imporrà di dover fare a meno del palco principale, quello del Teatro Manzoni oggetto di un maxi restauro, è già cominciata e vive oggi probabilmente la sua fase cruciale.
Vigilia di approvazione dei passaggi tecnici, poi l’individuazione del soggetto che si occuperà del restauro e infine la messa a punto della prossima e più grande sfida: completare tre stagioni, la prima sarà la 2025-2026, sapendo che mancheranno all’appello gli 811 posti a sedere offerti dal Manzoni. Per capire gli elementi che scriveranno il futuro imminente dell’ente Teatri di Pistoia abbiamo rivolto la domanda direttamente al suo presidente Giuseppe Gherpelli.
"Il restauro del Teatro – spiega Gherpelli - è in dirittura d’arrivo quanto a conclusione della fase istruttoria. A breve ci saranno le approvazioni in consiglio comunale e il varo della gara per il bando europeo che consentirà di individuare il soggetto attuatore. La previsione che abbiamo è che il cantiere possa cominciare a usufruire del teatro vuoto da settembre 2025. Abbiamo fatto una ricognizione completa di tutte le sale disponibili sul territorio provinciale, ci siamo anche affacciati fuori ma abbiamo dovuto constatare che non c’erano le condizioni per collocare in modo utile alcune parti della nostra attività".
Scongiurata quindi la dispersione altrove (nel chiacchiericcio attorno al tema era spuntata anche l’ipotesi Teatro del Giglio a Lucca), si è quindi tornati a guardare ‘in casa’, tra quelle che sono le disponibilità dei Teatri. Alla lista si aggiungerebbe anche un altro spazio di proprietà del Comune e in uso alla Fondazione, che di posti ne conta circa 140 e che sarà presto recuperato.
"Utilizzeremo al massimo le sale di cui disponiamo – prosegue Gherpelli -. Contiamo inoltre, nel triennio in cui il Manzoni sarà occupato dal cantiere, di recuperare la Saletta Gramsci di cui è imminente l’attribuzione dei lavori. E poi gli altri teatri in provincia, il Pacini di Pescia, il Comunale di Lamporecchio, la sala Francini di Casalguidi e anche il Mascagni di Popiglio. Naturalmente dovremo lavorare molto sul Bolognini, al quale toccherà il compito di assorbire una parte significativa della proposta altrimenti accolta al Manzoni".
Una sfida non da poco se si considera che la sala di via del Presto di posti a sedere ne conta meno della metà di quelli del "main stage" di Corso Gramsci. "Questo – conclude il presidente - comporterà degli sforzi organizzativi ed economici non indifferenti. Vedremo quindi quante repliche a spettacolo sarà possibile calendarizzare. Siamo consapevoli che non sarà un triennio semplice, ma ci auguriamo che il pubblico continui a seguirci con immutata fiducia".
linda meoni