Talento, libertà e sorrisi. La stella di Jasmine brilla al Roland Garros. Come gli occhi dello zio

Paolini alla ribalta del tennis femminile con le imprese allo slam francese. Ad avviarla alla racchetta è stato il marescano Adriano, fratello del padre. "Sono orgoglioso di lei: adesso sa di essere una delle migliori al mondo".

Talento, libertà e sorrisi. La stella di Jasmine brilla al Roland Garros. Come gli occhi dello zio

Talento, libertà e sorrisi. La stella di Jasmine brilla al Roland Garros. Come gli occhi dello zio

"Sono orgoglioso di lei, lo sono sempre stato. Ormai è finalmente consapevole di essere una delle prime tenniste del mondo e sono certo che con questa consapevolezza potrà crescere ancora". Adriano Paolini, una vita nel tennis, non nasconde l’emozione per il traguardo tagliato dalla nipote Jasmine. La tennista ventottenne si è arresa ieri nella finale del Roland Garros alla numero uno del mondo Iga Swiatek, ma basta già questo per fare capire che livello abbia raggiunto l’atleta nata a Castelnuovo Garfagnana e cresciuta (come la sua famiglia) a Bagni di Lucca. Eppure, la sua storia riguarda in parte ed direttamente anche la provincia di Pistoia: a Maresca, da oltre due decenni, abita infatti lo zio Adriano. La stessa Jasmine è più volte passata dalla frazione pistoiese a trovare gli zii, soprattutto da giovanissima. Non è un caso: a quanto pare è stato proprio il cinquantacinquenne Adriano, che gioca a tennis da oltre quarant’anni, ad avvicinarla allo sport del quale è diventata oggi una campionessa. E il diretto interessato ricorda ancora la prima volta che Jasmine, allora bambina, prese in mano una racchetta.

"Era il 2001, se non ricordo male. Io giocavo al Tc Mirafiume, lei aveva solo cinque anni ed incuriosita da uno sport per lei nuova seguì le mie orme. Prima di superarmi definitivamente – ha ricordato, con una battuta –. Voglio ricordare e ringraziare i suoi primi maestri di tennis, Ivano Pieri e Marco Picchi, e l’allora presidente Luca Marchi. Ma penso che il merito sia anche dei suoi genitori: mio fratello Ugo e sua moglie Jacqueline non le hanno mai messo pressioni di alcun tipo. E vi assicuro che anche a livello giovanile, nel mondo dello sport di oggi, una situazione che dovrebbe essere normale è purtroppo una rarità". Jasmine è cresciuta quindi con il supporto incondizionato del padre e della madre, del fratello William, della nonna Ivonne. E dello zio Adriano, che le aveva pronosticato in tempi non sospetti una carriera di primo piano. "Già qualche anno fa le avevo detto che sarebbe entrata fra le prime trenta del mondo. Le ho ’rimproverato’ più volte in passato di non credere abbastanza nei suoi mezzi e nel suo talento – ha affermato – ma penso che ne abbia finalmente avuto la conferma quando ha ben figurato contro Azarenka e Sabalenka. Proprio la vittoria contro quest’ultima secondo me le ha dato nuova forza. E adesso dico che Jasmine può rientrare fra le prime dieci tenniste del mondo".

Zio e nipote condividono anche un rito scaramantico. "Ci scriviamo al telefono dopo ogni partita – ha svelato Paolini –, per noi tennisti la scaramanzia è fondamentale. Ricordo poi con soddisfazione i commenti degli allenatori ai tempi in cui giocava tra le ’under’: ne elogiavano il talento, visibile anche allora. E io ero felicissimo, nel sentire quelle parole". C’è poi un altro ricordo, fra i tanti, che Adriano porta nel cuore. E che risale a circa un triennio fa, a Forte dei Marmi. "Dopo una partita di Serie A1, chiesi a Jasmine di dedicarmi una mezz’ora per fare qualche scambio – le sue parole –: ad oggi credo sia stata l’ultima volta in cui abbiamo giocato insieme a tennis. Noi due ridevamo e mio fratello riprendeva la scena con il cellulare, divertito". Momenti in famiglia che restano insomma indelebili. "Ribadisco il mio pensiero: la forza di Jasmine, oltre al talento naturale e all’allenamento, è la sua famiglia – ha concluso – personalmente, voglio dire grazie a tutti coloro che la sostengono, iniziando dal tennis club che la vide iniziare ormai ventitré anni fa e dalla comunità di Bagni di Lucca. Senza dimenticare i marescani". E chissà che a Maresca, nelle prossime settimane, non possa di nuovo concretizzarsi la sagoma di Jasmine Paolini. Magari con un titolo nel doppio a Parigi, in palio nella finale questa mattina.

Giovanni Fiorentino