Studenti senza frontiere con "Erasmusart"

Il progetto si è chiuso ieri. Protagonista il liceo artistico Petrocchi con quattro città europee: Bilbao, Porto, Reykjavík e Sofia

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di Francesco Bocchini

È terminato ieri, con un anno di ritardo e una chiusura diversa rispetto a quanto pianificato originariamente, il progetto Eramus St’art, che ha visto protagonista Pistoia, e nella fattispecie il liceo artistico Petrocchi, assieme ad altre quattro città europee: Bilbao, Porto, Reykjavík e Sofia. Studenti e docenti dei cinque Paesi coinvolti hanno lavorato fianco a fianco, con scambi culturali che hanno portato alcuni rappresentanti della scuola di Piazzetta San Pietro in giro per il Vecchio Continente.

"Questo progetto è stato partorito nel 2017 a Bilbao, per poi partire ufficialmente nel 2018. Si sarebbe dovuto concludere dodici mesi fa, ma poi il discorso è stato rimandato a causa della pandemia – racconta la preside Elisabetta Pastacaldi –. Nelle nostre speranze c’era infatti l’intenzione di chiudere in presenza, accogliendo qua a Pistoia le delegazioni straniere. Invece ci siamo dovuti accontentare di questa conferenza presso la nostra scuola, con i partner europei collegati tramite la piattaforma Meet".

Per l’occasione è stato lanciato anche un sito web apposito, che contiene tutti i dettagli del progetto. Un progetto che ha messo al centro dell’attenzione soprattutto l’arte "come una risorsa per permettere lo sviluppo e la crescita delle città - continua la dirigente scolastica - L’esempio emblematico è Bilbao, che è riuscita a superare una gravissima crisi economica attraverso il recupero di strutture, convertite in spazi museali, e altri investimenti sempre legati all’ambiente artistico. Questa iniziativa è stata l’occasione per confrontarsi su queste tematiche. Per ogni scambio, ciascuno della durata di una settimana circa, sono stati coinvolti quattro professori e otto studenti fra i più meritevoli del nostro liceo". Anche Pastacaldi si è spostata assieme agli alunni. "Sono stata a Bilbao e Reykjavík. Per questo posso dire che si è trattata di un’esperienza fantastica per chi ha avuto la fortuna di viverla. I ragazzi hanno preso confidenza con realtà completamente diverse rispetto alla loro. Inoltre, con il fatto che il progetto era in inglese, hanno potuto migliorare la propria conoscenza linguistica. Ringraziamo anche il Comune per la collaborazione e per averci messo a disposizione le Sale affrescate per l’esposizione finale dei lavori degli studenti".

Esaurito il progetto Eramus St’art, il liceo artistico Petrocchi ha altre iniziative di respiro europeo in cantiere o addirittura in corso. "In questo momento stiamo lavorando con i colleghi di Tenerife e della Francia – conclude la preside –. Speriamo che il Covid non ci metta però ancora a lungo i bastoni fra le ruote".