REDAZIONE PISTOIA

"Spettri", una storia per liberarsi dai fantasmi

Il capolavoro di Ibsen domani e domenica al Manzoni, con la regia di Tuminas: "Superare le illusioni è l’unica strada verso la libertà"

Nuovo appuntamento nella stagione di prosa del Teatro Manzoni che domani, sabato 18 febbraio, (ore 21) e domenica 19 (ore 16) ospita una nuova versione del capolavoro di Henrik Ibsen, "Spettri". Come nei grandi miti della tragedia greca, qui si mescolano incesto, follia, verità terribili dopo anni di menzogna. L’ambientazione però è quella di un’allucinata campagna norvegese, resa grigia e stagnante, come l’animo dei personaggi, da una pioggia battente; un luogo in cui il sole e il calore arrivano inutilmente e sempre troppo tardi. L’adattamento è di Fausto Paravidino con la direzione di uno dei massimi registi internazionali, il lituano Rimas Tuminas e l’interpretazione di una grande signora del teatro, Andrea Jonasson, vedova di Giorgio Strehler, di cui fu compagna d’arte e di vita, interpretando spettacoli memorabili. Al suo fianco, Gianluca Merolli, Fabio Sartor, Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo. Lo spettacolo è prodotto da Tsv–Teatro Stabile del Veneto. La storia si sviluppa intorno allo scontro tra Helene e suo figlio Osvald, scontro che porta a galla vecchi peccati di famiglia. Un realismo, quello di Ibsen, che svela l’ipocrisia della morale borghese, fondata sul perbenismo e sulla religiosità di facciata. La scena è uno spazio onirico, molto nella testa della signora Alving la quale, anni dopo la vicenda di cui Ibsen narra, è visitata dai fantasmi di quella vicenda stessa e continua a riviverla. Ciò che avviene sulla scena è un continuo passaggio tra passato e presente in cui personaggi reali e fantasmi si fondono come in un sogno. "Spettri" viene spesso considerata l’altra faccia di "Casa di bambola": la signora Alving è una Nora che non riesce a fuggire, che si lascia plagiare da un moralismo puritano e convenzionale incarnato dal Pastore Manders, una sorta di coro in questa moderna tragedia. Helene Alving resta a custodire le falsità della vita borghese e tenta di riscattare il passato con un asilo che va emblematicamente a fuoco, perché gli ‘spettri’ del passato riemergono continuamente.

"La verità è la cosa più difficile da rivelare – dice Tuminas – e in questa produzione è ben rappresentato non solo il disvelamento di segreti familiari, ma anche l’esternazione dei fantasmi che si nascondono e vivono dentro tutti noi. I fantasmi sono illusioni che le persone costruiscono a partire dalle proprie debolezze, glorifichiamo le nostre paure e lodiamo le effigia dei nostri carnefici. Sono le menzogne che adottiamo e che trasmettiamo ai nostri figli. Questo spettacolo è una storia di liberazione dai fantasmi che ci inseguono. Le illusioni collassano, crudeli verità vengono rivelate e l’immagine della famiglia ideale si frantuma. Riconquistare la propria indipendenza attraverso il superamento delle illusioni, come donna e come madre, diventa l’unica strada possibile verso la libertà". I biglietti a prezzi compresi tra gli 8 e i 25 euro; on line su www.bigliettoveloce.it; biglietteria del Manzoni aperta oggi e domani dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19.

l.m.