
Sindacati spaccati. Dieci proposte di Cisl. Ma niente sciopero. Insorgono Cgil e Uil
"Occorre cambiare pagina, perché questo modo di lavorare non è degno di un paese civile". Così ha iniziato il suo intervento Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl ieri nell’area del magazzino della Lvm Services di Quarrata, da dove è partita la mobilitazione nazionale Cisl con le sigle Filca e Fim. "partiamo da qui, in Toscana dove raggiungemmo il primo accordo che obbligava a fare il piano di prevenzione rischi – ha proseguito Pelle, elencando i punti del pacchetto di dieci proposte per l’applicazione delle stesse norme degli appalti pubblici a quelli privati con maggiore concentrazione di manodopera. Tra queste, "lo scorporo dal ribasso d’asta dei costi della sicurezza, che deve essere fuori dall’appalto, per fornire anche un controllo sulle offerte troppo basse in modo anomalo; il mantenimento degli stessi standard contrattuali per tutta la catena d’appalto; la responsabilità in solido della committenza, l’obbligo della formazione sia per gli operai che per gli imprenditori con corsi di italiano per gli stranieri".
Altra proposta è creare un sistema che premi le imprese che investono in sicurezza e l’introduzione della figura del Promotore della Sicurezza. Durante l’assemblea i vertici delle federazioni Cisl degli edili e dei metelmeccanici (oltre a Pelle anche Ciro Recce di Cisl Toscana, il segretario nazionale della Fim, Valerio d’Alò, e i responsabili regionali di Filca e Fim, Simona Riccio e Alessandro Beccastrini) hanno parlato ai lavoratori presenti, ricordando che è fondamentale la sinergia tra sindacato, istituzioni, lavoratori e aziende. "Nuove norme, ma intanto che vengano rispettate quelle ch ci sono già. E il governo deve ascoltare i sindacati – ha ribadito Valerio D’Alò –: gli Rls sono poco garantiti, nelle aziende sono i primi a essere presi di mira e non sempre hanno tutele e agibilità necessarie per lo svolgimento del loro mandato. Manca poi la tempestività dell’ispettorato che dopo la denuncia dell’Rls arriva dopo mesi".
Una scelta, quella delle assemblee di Filca e Fim in tutti i luoghi di lavoro, ritenuta più costruttiva della partecipazione allo sciopero di due ore a livello nazionale di oggi, ma criticata duramente da Fillea Cgil e Feneal Uil. "La Filca Cisl, oltre a non sostenere le ragioni dello sciopero indetto nel settore delle costruzioni, distinguendosi per l’ennesima volta rispetto alle altre sigle e precludendo una posizione unitaria su un tema cosi sensibile e di importanza vitale come quello della sicurezza, ha deciso, senza nessuna comunicazione o passaggio anche informale, di organizzare un’assemblea sindacale aperta alla stampa – si legge in un duro comunicato –. Corrette relazioni sindacali vorrebbero che le assemblee sindacali, soprattutto quando si parla di temi che interessano tutti i lavoratori, si svolgessero in maniera unitaria, cosa che la Filca Cisl non ha fatto, facendo utilizzare ai lavoratori ore di permesso sindacale per far pervenire solo la propria posizione in tema di sicurezza", prosegue la nota di Fillea e Feneal, ribadendo l’importanza, dopo i gravissimi fatti di Firenze, di una mobilitazione forte, con lo sciopero e il presidio davanti al cantiere Esselunga "con l’auspicio che la Filca Cisl sia presente insieme a noi".
"Cantieri dove i ritmi di lavoro sono incessanti – denunciano i due sindacati – dove la dirigenza antepone il guadagno alla sicurezza, facendo prevalere la logica del profitto. Si lavora in un appalto dato in subappalto, con la chiara conseguenza che ad ogni passaggio l’impresa che prende i lavori deve mirare al risparmio e finisce quasi sempre per risparmiare sui materiali, sul costo contrattuale e sulla sicurezza dei lavoratori. Non a caso si registra la maggioranza degli infortuni gravi e mortali tra il secondo e il terzo grado di subappalto. In particolar modo laddove si applicano i subappalti si insinua più frequentemente il lavoro nero e irregolare, e di conseguenza dumping contrattuale e sfruttamento".
Daniela Gori