
Anche la seconda settimana piena in zona gialla è andata in archivio. Pistoia, come il resto della Toscana, si sta godendo questi giorni di maggiore libertà. E lo stesso farà anche nei prossimi, dato che la nostra regione sicuramente non cambierà colore almeno fino al weekend del 3031 gennaio. Una bella notizia, soprattutto per i pubblici esercenti che grazie alla riapertura a pranzo hanno visto i loro affari migliorare.
"Un flusso di clienti del genere, per essere a gennaio, non si vedeva da anni – dice Stefano Olmi dell’osteria La BotteGaia in via del Lastrone – Evidentemente la gente aveva una gran voglia di tornare a mangiare fuori. Questo ci ha spinto ad aprire anche il lunedì, che solitamente è il nostro giorno di chiusura. L’unico effetto negativo è il calo di almeno il 70% dell’asporto. Ma preferisco poter lavorare in queste condizioni che solo attraverso take away e delivery, come in zona arancione o rossa". Considera il bicchiere mezzo pieno pure Elena Bonfanti della Vineria N°4, sempre in via del Lastrone: "La settimana è andata piuttosto bene. Confermo le minori richieste per asporto e servizio a domicilio, ma il poter accogliere al tavolo le persone per pranzo ci sta dando una bella mano. In fascia gialla non si lavora male, quindi la possibilità di restarci anche nei prossimi giorni è importante sia per gli incassi che per il morale. Non mi riferisco solo a quello di noi esercenti, ma pure a quello dei clienti".
Clienti che, secondo Paolo Boccardi dell’osteria Gargantuà in Piazzetta dell’Ortaggio, sono però diminuiti in quest’ultima settimana: "Sì, c’è stato un calo se facciamo un paragone con sette giorni fa, quando davvero c’è stato il boom. Comunque abbiamo registrato un discreto afflusso. Con la chiusura fissata alle 18, i cittadini si stanno adeguando, anticipando l’orario dell’aperitivo. Ognuno sta facendo di necessità virtù, insomma".
Se il clima è tutto sommato positivo fra i ristoratori, il discorso cambia quando parla Pino Treno del Caffè Duomo: "Non stanno venendo molte persone. Certamente in numero maggiore rispetto a quando le misure erano più severe, ma non posso dire che la situazione sia positiva. Purtroppo rientriamo fra le categorie più colpite da tutte queste limitazioni". Alle quali, da sabato scorso, si è aggiunto anche il divieto di asporto per "bar e altri esercizi simili senza cucina" e "commercio al dettaglio di bevande", ossia quelle attività con codici Ateco 56.3 e 47.25.
"Al momento viaggiamo attorno al 30% di lavoro rispetto al gennaio di un anno fa – sottolinea Diego Ferrario del Covo Bukowski in via dei Fabbri – Per quelle realtà che puntano sulla sera, questo è un periodo di profonda crisi, dal quale sarà difficile uscire". Un’altra settimana intera in zona gialla aiuterà senza dubbio le attività economiche, ma i tanti giorni di chiusura non sono semplici da recuperare a livello di incassi. Servono i ristori, ma con cifre adeguate alle reali perdite. Un fronte ancora tutto aperto con il governo.
Francesco Bocchini