REDAZIONE PISTOIA

I nodi della scuola. "Al Petrocchi misure draconiane. Termoscanner, eccesso di zelo"

Protesta di un genitore sulle precauzioni adottate dal liceo artistico: "Disparità di trattamento tra studenti"

Rientro a scuola

Pistoia, 29 settembre 2020 -  Mascherina obbligatoria al banco, misurazione della febbre all’ingresso e turnazioni per la didattica a distanza che penalizzerebbero gli alunni della sede principale. Scatta la protesta di uno dei genitori del liceo artistico Petrocchi, a sua volta docente in un altro istituto superiore, contro le regole previste dalla dirigente scolastica per il rientro in classe. La famiglia ha scritto una lunga lettera alla preside Elisabetta Pastacaldi, chiedendo ripensamenti e spiegazioni sulle procedure previste per i ragazzi che fanno lezione nella sede principale della scuola. "Il primo giorno di scuola, mia figlia Gaia e i suoi compagni della 4 C sono stati da redarguiti dalla preside per non essere entrati dalla parte giusta dell’edificio della sede – scrive Peter Golembiewski, padre di una studentessa –. Eppure gli alunni avevano seguito alla lettera le indicazioni riportate nella comunicazione, in base alla quale essi dovevano entrare al secondo turno dal portone centrale. Come prima accoglienza, si può dire che non sia stata molto incoraggiante, né per gli studenti, né per noi genitori".  

«Il liceo Petrocchi – insiste il genitore – ha acquistato i termoscanner per misurare la temperatura all’entrata: tale misura è un eccesso di zelo rispetto alle indicazioni del governo, che demanda questo compito alle famiglie. E tuttavia sarebbe di per sé apprezzabile, se non venisse a creare, come invece sta succedendo, pericolosi assembramenti nell’atrio della scuola. In merito all’organizzazione dei doppi turni e dell’adozione della didattica a distanza – continua il babbo della ragazza – segnalo innanzitutto la disparità di trattamento fra gli alunni delle sedi di viale Adua e Quarrata, che proseguono la normale attività didattica in orario antimeridiano, e quelli della sede centrale, costretti a una turnazione rigida, non articolata in microgruppi, per cui mia figlia dovrà seguire due ore online dalle 7,45 alle 10, per poi precipitarsi a scuola per entrare alle 12. Tale situazione, sentiamo dire ma senza conferme ufficiali, resterà immutata per i primi quattro mesi, creando fortissimi disagi alle famiglie e abbassando notevolmente la qualità della didattica. Sull’obbligo della mascherina – si legge ancora nella lettera aperta – c’è contrasto fra quanto imposto e le disposizioni del Miur e della presidenza del Consiglio, che, verificate le misure di distanziamento e la posizione statica di alunni e docenti, consentono di togliere la mascherina. Inutile ricordare che indossare la mascherina per un periodo prolungato comporta problemi respiratori e di pressione, per cui non si comprende l’impellenza di tale imposizione agli alunni del Petrocchi.  

Michela Monti